Valore maggiore rilevato per le PM10: 63 μg/m3 (limite 50) il 14 marzo
Giorni superamento limite ozono da inizio anno: 66
Valore maggiore rilevato per l'ozono: 264 μg/m3 (limite 120) il 9 maggio
Numero di giorni in cui si sono superati sia il limite per l'ozono che per le PM10:0
Ecosportello
L’Ecosportello risponde alle vostre domande su temi quali: mobilità sostenibile, ecoprodotti, ecolabel e certificazioni ambientali, agenda 21 ed altre questioni legate allo sviluppo sostenibile.
L’energia solare potrebbe fornire fino a ¾ del calore necessario (riscaldamento e acqua calda sanitaria) a circa la metà dei palazzi d’abitazione situati in zone rurali e a circa 1/8 di quelli situati in città. Questo è quanto risulta da uno studio pubblicato a fine 2010 su mandato dell’Ufficio federale dell’energia (UFE) riguardante il potenziale dei collettori solari per gli stabili d’abitazione del canton Friborgo e della città di Zurigo.
Messa sotto pressione da Greenpeace, l'impresa elettrica Axpo ha ammesso che il combustibile nucleare che alimenta le centrali argoviesi di Beznau e Leibstadt proviene in parte dalla Russia. Le barre di combustibile nucleare che Areva fornisce ad Axpo comprendono infatti all'incirca il 10% d'uranio proveniente dall'impianto di trattamento dei rifiuti nucleari di Mayak, una vera propria “discarica atomica”. Si tratta infatti di un impianto gestito in modo completamente irresponsabile sia nei confronti della tutela degli ecosistemi che della salute della popolazione locale.
Gli eseprti dell'Axpo hanno affermato che si recheranno in Russia per verificare l'ampiezza dell'inquinamento e decidere si prolungare o meno di dieci anni il contratto con Areva per la fornitura di combustibile.
Fonte: LaRevueDurable n° 40, dicembre 2010 - gennaio 2011
Il 13 gennaio 2011 è stata fondata la ditta Biogas Zürich AG. L'azienda, nei prossimi due anni, avrà il compito di realizzare l'organizzazione e l'infrastruttura per permettere alla città di Zurigo di raccogliere i rifiuti da giardino e quelli da cucina per valorizzarli e iniettare il biogas così prodotto nella rete del gas della città di Zurigo. L'obiettivo è quello di riscaldare, entro il 2013, circa 5'000 appartamenti con il biogas e quindi con un bilancio di CO2 neutro. Zurigo agisce quindi concretamente per raggiungere l'obiettivo che si è dato di una società a 2000 watt.
Quasi il 90% delle famiglie e delle imprese del canton Argovia sarebbero disposte a pagare un po’ di più per essere rifornite di corrente ecologica. Il risultato scaturisce da un sondaggio sul potenziale dei prodotti ellettrici rinnovabili realizzato nel cantone nell’ambito di un lavoro di diploma. Attualmente però il consumo di eletricità verde nel canton Argovia ammonta solo allo 0,7%.
Fonte : Energie Renouvelables N°3, giugno 2010.
Il 15 aprile 2010, l’European Renewable Energy Council (EREC) ha presentato al Parlamento europeo un nuovo studio dal titolo « RE-thinking 2050 : Making the UE 100% renewables – based ». Lo studio dimostra che un approvigionamento energetico composto al 100% da energie rinnovabili è possibile in Europa entro il 2050. Così facendo le emissioni di CO2 verrebbero ridotte del 90% e verrebbero creati 5 milioni di nuovi posti di lavoro. Le conclusioni dello studio mostrano chiaramente che l’ostacolo ad un approvvigionamento totale con energie rinnovabili non dipende dalle tecnologie disponibili, ma da ostacoli politici. Il mondo politico dovrebbe porre già oggi le basi per un avvenire energetico sostenibile dell’UE.
Lo studio può essere scaricato al seguente indirizzo : www.rethinking2050.eu
Fonte : Energie Renouvelables N°3, giugno 2010.
Romande Energie e i Servizi elettrici della città di Zurigo (ewz) si sono associati con l’obiettivo di installare una quarantina di pale eoliche nel Giura vodese e di Neuchâtel. Il parco eolico dovrebbe produrre 160 milioni di kWh /anno, cioè l’equivalente del consumo di circa 4'500 famiglie. I siti individuati – nei comuni di Provence, Romairon, Fontanezier e Val-de-Travers – presentano delle buone condizioni di vento e rispondono a tutti i criteri stabiliti dalla COnfederazione. Nel progetto saranno investiti all’incirca 240 milioni di franchi. La messa in servizio degli impianti è prevista nel 2013.
Vevey ambisce a diventare una società a 2000 Watt. La città ha quindi deciso di partecipare al progetto “REVE d’avenir” che riunisce una ventina d’autorità locali francesi e svizzere. Obiettivo: ridurre entro il 2020 di oltre il 20% le emissioni di CO2 e del 20% il consumo di energia primaria, incrementando nel contempo del 20% la quota coperta dalle energie rinnovabili. Tra le misure prese in considerazione a Vevey vi sono la costruzione e il rinnovamento degli edifici in base agli standard Minergie, la creazione di un fondo d’incoraggiamento per le energie rinnovabili, l’installazione di una centrale di riscaldamento a legna nella zona nord della città e lo sviluppo di itinerari legati alla mobilità sostenibile.
La Svizzera non ha mai consumato così tanta energia come nel 2008. Il consumo globale d’energia è aumentato del 4,1% rispetto al 2007, per giungere ad un nuovo record corrispondente a 900'040 terajoule. Le cause principali di questa evoluzione sono state le temperature nettamente più fredde rispetto al 2007, la crescita economica e quella demografica. Dopo due anni consecutivi di riduzione (2006: -0.5%, 2007: -2.7%), bisogna risalire al 1991 per ritrovare una crescita così elevata. Nel 2008, si ha avuto un incremento del consumo dei combustibili, dei carburanti e dell’elettricità. Solo il carbone, che rappresenta appena lo 0.7% del consumo globale, è diminuito.
La corrente consumata in Svizzera proviene per il 41% dal nucleare, per il 36% dall’idroelettrico, dal 2% da energia termica fossile e circa dal 2% dai rifiuti e dalle energie rinnovabili. La provenienza e la composizione del 19% di corrente consumata sono sconosciute. Queste sono le conclusioni di un rapporto sull’etichettatura della corrente nel 2007 pubblicato a fine giungo dall’Ufficio federale dell’energia. Da questo rapporto risulta chiaro che la composizione media della corrente che riceviamo non corrisponde al mix di produzione elettrica che si ha in Svizzera. Infatti, l’elettricità prodotta nel nostro paese proviene per il 55% dall’energia idraulica, per il 40% dall’energia nucleare e per il 5% da energie fossili e da fonti energetiche rinnovabili.
A fine marzo, il Gran Consiglio del Cantone di Neuchâtel ha deciso di rendere obbligatorio le installazioni solari sulle nuove costruzione. Queste devono coprire almeno la metà dei bisogni di acqua calda. Sono autorizzati sia i collettori solari termici, sia le installazioni fotovoltaiche. Contro la nuova legge è stato deposto un referendum. Una simile disposizione esiste attualmente solo nel canton Vaud mentre un regolamento simile è in preparazione nel canton Ginevra. Questo tipo di obbligo esiste per contro in Spagna e in Portogallo così come in diverse città tedesche e italiane.
Il 20 marzo 2009, l’Associazione europea per le industrie del fotovoltaico (EPIA) ha presentato i suoi risultati annuali: il mercato fotovoltaico mondiale ha raggiunto nel 2008 i 5,6 Gigawatt (GW) nel 2007 erano 2,4 GW. Attualmente, la potenza totale installata raggiunge all’incirca i 15 GW. Il mercato più importante si è avuto in Spagna, con più della metà delle vendite, seguito dalla Germania con 1,5 GW, seguono gli USA (342 MW), la Corea del Sud (274 MW) e l’Italia (260 MW). Anche Francia, Portogallo, Belgio e Repubblica Cieca rappresentano dei mercati importanti. La Svizzera, con un mercato stimato a 11 MW si trova molto indietro (i valori esatti non sono al momento ancora conosciuti).
Lo scorso gennaio, la Banca europea d’investimento (BEI) ha approvato la concessione di un prestito di 200 milioni di euro per il piano fotovoltaico della regione Poitou-Charentes. Questo piano, con un costo complessivo di 400 milioni di euro, ha come obiettivi la produzione decentralizzata d’elettricità, una maggiore autonomia energetica del territorio e la creazione di posti di lavoro in questo settore.
Sui tetti dei vari edifici pubblici e delle fattorie verranno quindi posti più di 600'000 m2 di pannelli solari. Nel 2012, la regione dovrebbe produrre 73 gigawattora (GWh) di corrente solare, cioè 1,4 volte la produzione totale della Francia nel 2007. Inoltre, dovrebbero venir creati 1'000 posti di lavoro. Questa esperienza, inedita in Europa, vede la collaborazione della BEI, di una regione e di diverse casse regionali di Credito agricolo.
Il fornitore italiano d’elettricità Enel, in partenariato con il gruppo Moncada Energy, sta progettando la realizzazione del primo parco eolico offshore del Mediterraneo. Questo dovrebbe sorgere a 3 chilometri dalle coste siciliane e comprenderà 115 pale eoliche con una potenza variabile da 3 a 5 MW per un rendimento totale variabile tra 345 a 575 MW. L’investimento ammonta a 500 milioni di euro.
Il Politecnico federale di Losanna (EPFL) e Romande Energie hanno siglato un partenariato per la costruzione, sul nuovo campus universitario dell’EPFL, di un parco fotovoltaico con potenza di 2 MW. Il parco, che integra funzioni di ricerca e sviluppo, sarà messo progressivamente in funzione a partire dal 2009 e fornirà, una volta completato, più di 2 milioni di KWh/anno. Il progetto, dal costo stimato di 20 mio. di franchi, sarà finanziato da Romande Energie tramite la sua figliale Romande Energie Renouvelable.
È il Paese leader del nucleare, ma la Francia punta a ottenere anche il primato nelle energie rinnovabili. Primo passo in tal senso è l’entrata in funzione, a Salles-Curan, nel dipartimento dell’Aveyron, del più importante parco eolico francese: un insieme di 29 pale da 3 megawatt ciascuna. Gli 87 MW prodotti “forniranno l’elettricità corrispondente al consumo di 100 mila abitanti, ossia il 40% della popolazione della regione”, afferma Electricité de France Energies Nouvelles, filiale per le energie rinnovabili di Edf. Attualmente la Francia produce 2.500 MW di energia eolica che il governo vuole portare a 17 mila nel 2015. Rimane però dietro alla Germania e alla Spagna, che, già oggi, superano rispettivamente i 22 mila e i 15 mila MW prodotti.
A partire dal 2009, le lampadine a incandescenza saranno progressivamente ritirate dal mercato fino alla loro eliminazione totale prevista per il 2012. Dal 2010, i televisori, i computer, i videoregistratori, le radio e gli orologi non dovranno consumare più di 1 W in fase standby; 0,5 W nel 2012. Batterie per computer, lettori MP3 e telefoni portatili dovranno allinearsi entro il 2010 sui livelli delle migliori prestazioni disponibili sul mercato. Queste sono le misure più spettacolari in materia d’efficienza energetica che il Consiglio dell’energia dell’Unione europea ha adottato nel 2008. Altre misure sono in vista per gli elettrodomestici.
Fonte: LaRevueDurable numero 32, gennaio –febbraio 2009
Dopo Basilea e Ginevra, anche la città di Zurigo ha inscritto nel suo regolamento comunale l’abbandono dell’energia nucleare. Il 30 novembre 2008, il 75% degli zurighesi hanno accettato il principio di non più utilizzare questa forma di energia e di ridurre i consumi energetici fino a giungere ad un consumo equivalente a 2'000 watt per persona. Le emissioni di CO2 saranno ridotte da sei ad una tonnellata per abitante all’anno. L’uscita effettiva dall’energia nucleare è prevista allo scadere delle partecipazioni e dei diritti d’approvvigionamento che la città ha per le quattro centrali esistenti (dal 2020 al 2044). La città di Zurigo ha quindi il tempo di sviluppare altre fonti d’energia e di puntare sull’efficienza.
Fonte: LaRevueDurable numero 32, gennaio –febbraio 2009
La centrale nucleare di Zwentendorf (Austria), a circa 50 km da Vienna, riprenderà la sua attività, ma convertita in una centrale elettrica che utilizzerà energia solare. Chiusa da 30 anni, è stata condannata all’inattività con un referendum dal 1978. Con una capacità di 730 megawatt, la centrale fu costruita dal gruppo tedesco Siemens per la produzione di energia elettrica all’interno di un progetto che prevedeva la costruzione di altre cinque centrali nucleari, alle quali, però, nel 1999 l’Austria si è opposta. L’impianto, nel 2005, è stato acquistato dall’EVN ( produttore e distributore di quasi tutta l’energia elettrica nella regione della Bassa Austria) e da qualche mese sulla facciata e il tetto della centrale sono apparsi i primi pannelli fotovoltaici. Il contributo iniziale del nuovo impianto solare sarà modesto, 3 megawatt, capaci di fornire energia a un migliaio di case, ma l’EVN vorrebbe trasformarla in una centrale a biomassa, utilizzando gli scarti del legno. La nuova centrale consentirà all’Austria di ridurre le emissioni di CO2 e di mantenere gli impegni presi, firmando il protocollo di Kyoto, diminuendo le proprie emissioni del 13% rispetto al 1990. Un altro obiettivo del Paese è quello di passare dal 70 al 78% di energia elettrica prodotta da fonti rinnovabili entro il 2010.
Il Gran Consiglio di Basilea Campagna ha trasmesso al Consiglio di Stato una mozione di Hannes Schweizer, che chiede al governo cantonale di designare sulle alture del Giura dei settori per lo sfruttamento della forza eolica, d’intesa con le associazioni di protezione dell’ambiente e del paesaggio. L’obiettivo di questa mozione è consentire una valutazione degli interessi fra lo sfruttamento del vento e gli obiettivi di protezione della natura, nella fase di scelta di un sito appropriato per delle pale eoliche nei grandi spazi protetti del cantone che presentano spesso delle condizioni di vento molto interessanti.
I parlamentari europei hanno votato una proposta che fissa al 5% l’obiettivo di introduzione, entro il 2015, degli agrocarburanti nei trasporti. Inoltre, essi chiedono un’analisi approfondita degli impatti prima di ogni ulteriore incremento della percentuale. La proposta richiede inoltre che per la produzione di carburante, sul 5% di origine vegetale, l’1% provenga da piante non alimentari.
È un passo indietro rispetto agli obiettivi della Commissione europea che aveva proposto il 5,75% di carburanti di origine vegetale entro il 2010 e il 10% dal 2020. Per il Comitato cattolico contro la fame e per lo sviluppo (CCDF), Oxfam Francia e per gli Amici della Terra, è un passo nella giusta direzione, anche se ancora troppo modesto.
Fonte: LaRevueDurable, Numero 31 (ottobre, novembre 2008)
La Fondazione Svizzera dell’Energia rileva con soddisfazione che l’anno scorso si è ridotto il consumo d’elettricità malgrado una crescita economica record. Il consumo però è diminuito solo in inverno e ciò è dovuto al fatto che i riscaldamenti elettrici sono stati impiegati in misura minore viste le temperature più miti. Un’ulteriore conferma che la produzione di calore tramite l’elettricità resta una tecnologia del tutto inefficace.
Tratto da: Environnement (Rivista dell’UFAFP) N°3/2008
Le coltivazioni di palma da olio stanno veramente distruggendo la biodiversità? È questa la domanda a cui hanno cercato di dare una risposta due ricercatori della Princeton University in uno studio recentemente pubblicato sulla rivista Conservation Letters. La loro analisi dei dati, forniti dalla FAO, dimostra, nonostante i produttori di olio di palma lo neghino, che la distruzione della foresta sia causata dalle nuove coltivazioni. Nel periodo compreso tra il 1990 e il 2005, infatti, tra il 55 e il 59% dell’espansione delle coltivazioni di palma in Malesia e il 56% in Indonesia sono avvenute direttamente ai danni delle foreste. È quindi evidente, confrontando i dati sulla diversità di uccelli e farfalle relativi agli ambienti coltivati rispetto a quelli forestali, quanto la coltivazione di palma provochi un’enorme perdita di biodiversità.
Fonte: Modus Vivendi , anno XVIII, n°7, luglio – agosto 2008
Il label “Città dell’energia” di SvizzeraEnergia festeggia quest’anno il suo ventesimo compleanno. Ad oggi, più di un terzo della popolazione svizzera vive in una “Città dell’energia” che s’impegna ad evitare sprechi nefasti per il clima e l’ambiente. L’anno scorso, le 150 città hanno risparmiato 78'000 tonnellate di CO2, 72 milioni di Kilowattora d’elettricità e 305 milioni di Kilowattora di combustibile e carburante. Le “città dell’energia” hanno anche realizzato investimenti per più di 50 milioni di franchi e creato all’incirca 200 posti di lavoro. Il label ha preso ora una dimensione europea con la dicitura di “European Energy Award” ed è presente in 10 paesi.
Tratto da: Environnement (Rivista dell’UFAFP) N°2/2008
Dal 2009, due pale eoliche installate nel comune di Saint- Brais dovrebbero produrre 7 milioni di Kilowattora all’anno, che corrisponde alla copertura del 10% del fabbisogno di elettricità della città di Delémont. Si tratterà del primo parco eolico privato della Svizzera: le due turbine – con potenza di 2 megawatt ciascuna – sono state finanziate da più di 400 piccoli investitori privati. “È un modo di investire concretamente nella protezione dell’ambiente”, spiega Éric Nussbaumer, direttore dell’ADEV Windkraft AG di Liestal (BL) ditta che si occupa del progetto.
Tratto da: Environnement (Rivista dell’UFAFP) N°2/2008
L’associazione unternehmenGOMS vuole aumentare l’autonomia energetica della valle di Conches. L’obiettivo che si è data è ambizioso: entro il 2030, l’acqua, il vento, le biomasse e il sole dovranno garantire la maggior parte dell’approvvigionamento della regione. I progetti non mancano, come ad esempio l’installazione di una centrale a biogas in un caseificio di montagna, la costruzione del più grande parco eolico alpino nel Grimsel e le prime installazioni fotovoltaiche. L’associazione, che mira anche a sensibilizzare la popolazione su queste tematiche è sostenuta da imprese private, da tutti i comuni della valle, oltre che dalla regione, dal Cantone e dalla Confederazione.
Tratto da: Environnement (Rivista dell’UFAFP) N°2/2008
Non si ferma la corsa delle rinnovabili in Germania. Il 2006 si è concluso con un saldo più che positivo del trend degli occupati nei settori delle energie verdi. Sono ben 24mila, infatti, i nuovi posti di lavoro creati nell’anno appena passato dalle fonti rinnovabili e al mese di febbraio il totale degli occupati ha raggiunto i 214mila addetti. Il trend è in linea con la crescita delle rinnovabili nella nazione. Nel 1998, infatti, le fonti alternative occupavano il 4,8% del fabbisogno elettrico mentre nel 2006 la percentuale è arrivata all’11,8.
Il Governo britannico ha presentato a fine giugno un piano d’investimento di 100 miliardi di sterline (126 miliardi di Euro) su 12 anni destinato a moltiplicare per 10 il ricorso alle energie rinnovabili nel Regno Unito, a ridurre le emissioni di gas a effetto serra e a limitare la dipendenza dagli idrocarburi. Queste misure mirano a portare nel 2020 al 15% (rispetto al 5% di oggi) la quota riservata alle energie rinnovabili. Il piano prevede l’installazione di 7000 nuove turbine eoliche: 4000 sulla terra e 3000 in mare.
Secondo il primo ministro Gordon Brown, il settore delle energie rinnovabili rappresenta un potenziale di 160'000 posti di lavoro. “Si tratta del più importante cambiamento della nostra politica energetica dopo l’avvento dell’energia nucleare” ha dichiarato Brown. Nonostante ciò, il suo piano energetico include anche il rilancio del nucleare e del carbone….
Fonte: “LaRevueDurable”, Numero30 (agosto – settembre 2008)
In Gran Bretagna sorgerà la centrale elettrica a biomasse più grande del mondo, un progetto che costerà circa 600 milioni di euro alle casse dello stato. L’impianto fornirà energia al 50 per cento delle abitazioni private gallesi. Sarà alimentata da truciolati di legno, sorgerà nella zona industriale di Port Talbot e produrrà 350 Megawatt all’anno. La CO2 prodotta dal processo di combustione sarà compensata dal trapianto di alberi forniti dalle foreste canadesi e statunitensi.
Tratto da: Modus vivendi n°1, anno XVIII (gennaio 2008)
Nonostante sia tra i paesi che non hanno sottoscritto il Protocollo di Kyoto, l’Australia ha deciso di intraprendere un’iniziativa per ridurre i consumi energetici e tagliare le emissioni di gas serra. Il ministro dell’Ambiente, infatti, ha annunciato che le lampadine convenzionali saranno gradualmente eliminate entro il 2009, sostituite da lampadine fluorescenti compatte. Queste ultime, pur costando circa cinque dollari australiani (tre euro), permettono di risparmiare l’equivalente di circa 18 euro all’anno, sono l’80% più efficienti in termini d’energia e durano più a lungo. La produzione di energia per l’illuminazione è responsabile del 12% delle emissioni di gas serra prodotte dalle case australiane e, secondo il ministro, il piano servirà a ridurle nell’ordine di circa duemilioni di tonnellate l’anno.
Cattive nuove per i fan del carbone. Il picco della produzione mondiale di carbone potrebbe arrivare nel 2025 e non tra diversi secoli come viene detto di solito. Ad affermarlo è l’Energy watch group, che in un articolo pubblicato su Global Research fa il punto sulla situazione delle riserve di carbone. Sovrastima delle riserve, poca chiarezza sulle quantità estratte, concentrazione della produzione in soli sei paesi e aumento del consumo del 30% nei prossimi 20 anni sono tutti elementi che hanno portato ad affermare che l’offerta a breve non riuscirà a soddisfare la richiesta.
Tratto da:La Nuova Ecologia n°6, Anno XXVII, giugno 2007
Nel 2006 in Italia sono stati installati 186'000 metri quadrati di pannelli solari termici, ossia quelli per produrre acqua calda. Un volume che metterebbe l’Italia in linea con i due principali mercati emergenti europei di Francia e Spagna. La tendenza all’aumento dovrebbe continuare anche nel corso del 2007. Le stime in una ricerca del Centro studi Solarexpo, che prevede per fine 2007 un totale di circa un milione di metri quadri complessivi, con un fatturato di 120 milioni di euro e 3'000 posti di lavoro.
Tratto da Modus Vivendi n°6 anno XVII, giugno 2007
Una batteria che funziona con qualsiasi tipo di zucchero, biodegradabile e con durata due o tre volte superiore alle tradizionali pile al litio: è il risultato di una ricerca degli scienziati dell’Università di Saint Louis (Missouri). Si tratta di una cella a combustibile che sfrutta l’azione di enzimi per trasformare lo zucchero in elettricità, dando acqua come sottoprodotto. Una delle prime applicazioni, spiega Shelley Minter, elettrochimico all’Università di Saint Luis, potrebbe essere l’impiego in un ricaricatore portatile per telefoni cellulari.
Fonte: Modus Vivendi , anno XVII, n°5, maggio 2007
La ditta svedese ClimateWell ha annunciato la costruzione di una fabbrica di condizionatori solari per uso domestico: un investimento di 15 milioni di euro per un impianto in grado di produrre 25'000 unità all’anno, a partire dal 2008. Il sistema prevede l’impiego di pannelli solari termici: per farlo funzionare è sufficiente un pannello di 52 metri quadri, ed è quindi ideale per un’abitazione di 150 metri quadri. È la prima volta che il settore del condizionamento d’aria “solare” punta anche al mercato delle famiglie.
Fonte: Modus Vivendi , anno XVII, n°5, maggio 2007
Motorola ha fatto la cosa giusta diventando la prima multinazionale dei cellulari amica dell’ambiente. Con un annuncio ufficiale i dirigenti della società hi-tech hanno deciso che i prossimi modelli di telefonini saranno certificati Energy star. Non solo i terminali ma anche i caricatori verranno ridisegnati per tenere al minimo i consumi. Secondo dati dell’Environmental protection agency se tutti i cellulari venduti negli Stati Uniti fossero certificati si avrebbe un risparmio pari alle emissioni di 200mila macchine. Il comunicato ufficiale dell’azienda si trova su: http://tinyurl.com/yoppmj .
Il Regno Unito è la nazione europea che spreca più energia. È il risultato di un’indagine condotta su 5'000 persone dall’Enrgy Saving Trust in cinque paesi europei.
Dimenticare il carica batterie del cellulare attaccato alla corrente, lasciare la luce accesa e gli elettrodomestici in stand-by sono le più diffuse tra le cattive abitudini del popolo britannico: il 63% della popolazione ammette di dimenticare spesso le luci accese. La ricerca evidenzia che di questo passo, fino al 2010 andranno in fumo 11 miliardi di sterline e si immetteranno in atmosfera 43 milioni di tonnellate di anidride carbonica.
Fonte: “Modus vivendi”, Anno XVI, Numero11 (dicembre 2006)
Stavanger è il polo energetico della Norvegia. Non è quindi un caso che i 580 chilometri dell’autostrada che lo collega alla capitale saranno i primi del paese con rifornimento ad idrogeno, ricavato con energia rinnovabile proprio a Stavanger. Il progetto, che si chiama HYNOR (The Hydrogen Road of Norway), vede riuniti le autorità e il mondo della ricerca, i gruppi industriali ed energetici e il mondo ambientalista con il proposito di dimostrare il reale impatto di una conversione all’energia pulita di un’importante tratta autostradale tra il 2005 e il 2008. Il largo consenso da cui nasce HYNOR lascia ben sperare considerati gli ambiziosi obiettivi che si pone: convertire ad idrogeno, oltre bus e taxi del servizio pubblico, le auto private, in vista di una rete che coinvolga le varie dimensioni del trasporto, da urbane a locali fino al piano nazionale.
Fonte: “Modus vivendi”, Anno XVI, Numero 9 (ottobre 2006)
È aumentata del 26% la vendita, lo scorso anno, dei collettori solari termici in Svizzera e questo fatto ha indotto l’associazione svizzera dei professionisti dell’energia solare (Swissolar) a chiedere l’introduzione della tassa sulla CO2. Forte dell’installazione di 39mila mq di pannelli solari termici, l’associazione chiede di colmare il ritardo della Confederazione elvetica in fatto di rinnovabili, dovuto, secondo i professionisti del solare, al prezzo dell’olio combustibile che è il più basso d’Europa. L’obiettivo è quello di rendere, con questa imposta, il solare appetibile dal punto di vista finanziario tenendo anche conto che questa fonte potrebbe coprire, secondo alcune ricerche, oltre un terzo del fabbisogno di calore della Confederazione.
Fonte: “La nuova ecologia”, settembre 2006, Anno XXVI, N°8
L’efficienza sembra piacere agli italiani. Sono oltre mille, infatti, gli interventi di risparmio energetico realizzati l’anno passato che hanno ottenuto i titoli di efficienza energetica anche detti “certificati bianchi”. Il dato è stato diffuso dall’autorità per l’energia elettrica e il gas, specificando che circa la metà degli interventi sono stati effettuati dai distributori di elettricità e gas naturale con la collaborazione di soggetti come produttori, installatori e società di servizi, mentre il restante 50% sono stati compiuti da società operanti nel settore dei servizi energetici. I risparmi accertati sono stati di 88’000 tep, pari ai consumi di una città di 120'000 abitanti o alla produzione elettrica annua di 50 MW. Circa 240'000 le tonnellate di CO2 risparmiate.
Tratto da: La Nuova ecologia Anno XXVI, n°4 (aprile 2006)
Durante il primo semestre 2006, le importazioni nette di petrolio grezzo della Cina sono aumentate del 17,6%, raggiungendo 70 milioni di tonnellate. Questi sono i valori pubblicati in agosto dalla Federazione cinese dell’industria petrolifera e chimica.
Durante lo stesso periodo, le importazioni di prodotti petroliferi raffinati è aumentata, rispetto all’anno precedente, del 48,3% e corrisponde a 12 milioni di tonnellate. La Cina resta dunque, a livello mondiale, il secondo maggiore paese importatore di petrolio.
Fonte: “Energeia”, Rivista dell’UFE, n°4 agosto 2006
Nel 2005, il consumo globale d’energia in Svizzera è aumentato ancora, raggiungendo ancora una volta un valore record. Temperature più fresche, una evoluzione economica positiva e la crescita demografica continua sono le principali cause di quest’aumento, che è stato tuttavia frenato dall’aumento del prezzo del petrolio. L’Ufficio federale dell’energia (UFE) ha pubblicato ad inizio agosto la statistica globale svizzera dell’energia 2005. I due documenti sono disponibili in formato pdf sul sito dell’UFE e possono essere ordinati in versione cartacea.
Fonte: “Energeia”, Rivista dell’UFE, n°4 agosto 2006
Nel 2005, la vendita di prodotti elettrici derivanti da energie rinnovabili come l’acqua, il vento, il sole e la biomassa è aumentata del 3%. Questo corrisponde a circa il 4,5% del consumo svizzero d’elettricità. L’energia eolica (+35%) e la corrente solare (+16%) hanno registrato una crescita molto forte. Inoltre, secondo l’agenzia per le energie rinnovabili (AEE) il numero d’imprese che vendono prodotti rinnovabili è aumentato, nel 2005, del 15%. Rispetto all’anno precedente, la domanda di prodotti ecologici di punta muniti di un label “naturemade star” è aumentata del 40% ed il volume delle vendite è passato da 112,4 a 158 GhW.
Fonte: “Energeia”, Rivista dell’UFE, n°4 agosto 2006
L’ospedale romano San Carlo di Nancy sarà presto alimentato interamente da una centrale cogenerativa, la prima nella capitale e una delle prime in Italia. La centrale sarà in grado di produrre energia elettrica e termica per una potenza di due MW, ricavandola da oli vegetali come soia, girasole, colza. Il progetto nasce da un accordo tra la Delta Petroli SPA, società specializzata nel settore di servizi energetici integrati, e la Congregazione italiana dei figli dell’Immacolata Concezione, titolare dell’ospedale e unica finanziatrice dell’operazione, che conta di recuperare l’investimento con notevoli risparmi futuri in bolletta. Ma la Congregazione non sarà l’unica a guadagnare da questo progetto: enormi, infatti, sono i vantaggi per l’ambiente, infatti la centrale in quanto a scarichi ha un impatto ambientale nullo; inoltre porterà benefici al settore agricolo no-food, che ripone nella diffusione delle energie rinnovabili a biomassa buone speranze per futuro.
Tratto da: Modus vivendi n°4, anno XV (aprile 2005)
Novità in vista per quanto riguarda il risparmio energetico e l’efficienza. Il Ministero dell’Ambiente, infatti, ha varato un finanziamento di 100 milioni € per favorire un utilizzo più razionale dell’energia. La somma sarà utilizzata per un fondo di rotazione il cui scopo è quello di favorire microcentrali a trigenerazione, oggi a gas e in futuro a rinnovabili, che si distinguono per un’efficienza particolarmente alta. Questi impianti, infatti, permettono di ottenere elettricità, calore e freddo, riducendo i consumi per un buon 60%.
Tratto da: La Nuova ecologia Anno XXVI, n°7 (luglio-agosto 2006)
La città californiana di Los Angeles punta sulle rinnovabili e vuole portare i propri consumi di elettricità da rinnovabili al 6% del totale nei prossimi dieci anni. Il Department of water and power, ossia l’ente che gestisce l’acqua e l’elettricità nella città, ha varato una spesa di 263 miliodi di dollari per l’acquisto di elettricità da fonte eolica dallo stato del Wyoming. Si tratta di una decisione significativa che mostra come alcuni settori, negli Stati Uniti, siano sempre più inclini a considerare gli impegni di Kyoto. L’acquisto di elettricità rinnovabile deciso dall’azienda, infatti, costa circa il doppio rispetto a quella prodotta con carbone.
Tratto da: La Nuova ecologia Anno XXVI, n°7 (luglio-agosto 2006)
Il 15 giugno un’avaria ha bloccato l’attività alla centrale giapponese di Hamaoka, nel centro del paese. La vibrazione eccessiva della turbina ha fatto scattare la procedura di sicurezza evitando così fuoriuscite di materiale radioattivo. L’impianto ha già registrato incidenti più gravi nel 2002, 2004 e 2005. Nel 2003, un’ispezione aveva rilevato ben 250 crepe su uno dei reattori.
Tratto da: La Nuova ecologia Anno XXVI, n°7 (luglio-agosto 2006)
Per un miglioramento continuo di un’utilizzazione razionale e parsimoniosa dell’energia, la città di Zurigo intende indurre una diminuzione stabile del consumo energetico. Per questo motivo le Forze motrici della città di Zurigo (Elektrizitätswerk Zürich, ewz) hanno introdotto un bonus energetico per quelle imprese il cui consumo è superiore a 60'000 kW all’anno. Questo bonus ricompensa le imprese che adottano misure per contenere i consumi energetici. Ewz stabilisce, in stretta collaborazione con i suoi clienti, dei programmi di misure individuali destinati ad incoraggiare l’efficienza energetica nell’azienda.
Grazie al bonus, la tariffa si riduce del 10%. Il requisito preliminare consiste nella raatifica di una convenzione con obiettivi vincolanti con l’Agenzia per l’energia dell’economia (AenEC) o con l’ufficio cantonale competente. Questa convrnzione contiene la via individuata per ottenere un incremento dell’efficienza energetica o una diminuzione del consumo energetico.
Fonte: “Energeia”, Rivista dell’UFE, n°3 giugno 2006
La politica energetica di Blair è stata bocciata dalla commissione per lo Sviluppo sostenibile, contraria a nuove centrali nucleari. Secondo gli esperti non è una risposta valida alla sfida climatica e alla sicurezza dell’approvvigionamento. Senza considerare il problema delle scorie e la minaccia di attentati. Oggi l’elettricità consumata in Gran Bretagna deriva per il 20% dal nucleare, una percentuale destinata a ridursi al 7% nel 2020, fino a scomparire nel 2035 quando le vecchie centrali saranno chiuse.
Tratto da: La Nuova ecologia Anno XXVI, n°4 (aprile 2006)
Basilea città vuole costruire una centrale a legna. Dal 2008, questa dovrebbe utilizzare annualmente circa 50'000 tonnellate di combustibile proveniente dalle foreste circostanti per produrre elettricità e fornire calore ad una rete di teleriscaldamento. Il luogo scelto è quello dove sorge l’inceneritore dei rifiuti urbani (UIOM), questo perché esso è collegato alla rete ferroviaria ed è possibile trattare i fumi della centrale utilizzando i filtri dell’UIOM. Una soluzione che protegge il clima senza inquinare l’aria.
La Gran Bretagna, a grazie a installazioni eoliche con una potenza complessiva di 447 MW realizzate nel 2005, è salita al quinto posto dei paesi europei in termini di investimenti globali (1337 MW). Essa può alimentare circa 748'000 abitazioni con energia poco inquinante. Secondo uno studio dell’Environmental Change Institute dell’Università di Oxford, l’isola offre le migliori risorse eoliche d’Europa. Ecco perché gli esperti considerano il mercato britannico come uno dei mercati principali per l’energia eolica a livello mondiale.
Fonte: “Energeia”, Rivista dell’UFE, n°2/ aprile 2006
Nel mese di marzo, il Consiglio nazionale ha elaborato e adottato una modifica della legge sulla gestione del territorio alfine di rendere più semplice la produzione d’energia da biomassa in zona agricola. Da oggi, le costruzioni e le installazioni necessarie alla produzione d’energia o del composto a partire dalla biomassa potranno essere dichiarate conformi al piano di zona se la biomassa impiegata e strettamente legata all’attività agricola e all’impresa coinvolte nella richiesta.
Fonte: “Energeia”, Rivista dell’UFE, n°2/ aprile 2006
La politica energetica di Blair è stata bocciata dalla commissione per lo Sviluppo sostenibile, contraria a nuove centrali nucleari. Secondo gli esperti non è una risposta valida alla sfida climatica e alla sicurezza dell’approvvigionamento. Senza considerare il problema delle scorie e la minaccia di attentati. Oggi, l’elettricità consumata in Gran Bretagna deriva per il 20% dal nucleare, una percentuale destinata a ridursi al 7% nel 2020. Fino a scomparire entro il 2035, quando tutte le vecchie centrali saranno chiuse.
Fonte: “La nuova ecologia”, Anno XXVI, Numero 4 (aprile 2006)
La Svezia sarà la prima fra le economie avanzate a fare il grande passo nel campo dell’energia, nel tentativo di liberarsi completamente dal petrolio entro 15 anni, e senza costruire una nuova generazione di impianti nucleari. Il tentativo di un paese di nove milioni di abitanti di diventare la prima economia al mondo senza petrolio è pianificato da un comitato di industriali, accademici, coltivatori, costruttori di auto, impiegati pubblici ed altri che riferiranno al parlamento entro i prossimi mesi. Nel 2003 in Svezia il 26% di tutta l’energia consumata proveniva da sorgenti rinnovabili (mentre in Europa era il 6%). Nello stesso anno solo il 32% della sua energia proveniva dal petrolio, nel 1970 era il 77%.
Fonte: “Modus vivendi”, Anno XVI, Numero 4 (aprile 2006)
Secondo i dati dell’Associazione tedesca dei produttori d’elettricità (VDEW), nel 2003, il consumo elettrico delle economie domestiche svizzere, cioè 5220 kWh, era superiore alla media europea (4040 kWh). Al primo posto, nell’Unione europea, nel consumo di elettricità ci sono gli svedesi (9240 kWh), seguiti dai Finlandesi (8600 kWh). In questi due paesi si utilizza frequentemente l’elettricità per scaldare. Ma per l’anno 2003, la Norvegia si situa in testa a tutti i paesi europei con un consumo medio delle econome domestiche di circa 15’400 kWh.
Fonte: “Energeia”, Rivista dell’UFE, n°1/ febbraio 2006
Roma, in fatto di rinnovabili, è sulle tracce di Barcellona. Adottando una delibera che segue il solco della ormai nota “Ordinanza solare” impiegata cinque anni fa dalla città catalana, gli amministratori capitolini hanno deciso che ogni nuovo edificio privato dovrà essere alimentato nel suo “fabbisogno energetico complessivo” per almeno il 30% da fonti rinnovabili, percentuale che sale al 50% per la produzione di acqua calda. Per i nuovi edifici pubblici la percentuale relativa al fabbisogno energetico è maggiorata al 50%. La delibera, che si occupa anche dell’impatto dei pannelli fotovoltaici e dei collettori solari, fissa una serie di incentivi fiscali per tuttele opere necessarie alla realizzazione di sistemi energetici e per l’aumento dell’efficienza. In pratica, non vengono tassati i “volumi imponibili a utilizzo rinnovabile” come i locali per i sistemi solari e gli spessori aggiuntivi dei muri, relaizzati per migliorare l’isolamento termico.
Fonte: “La nuova ecologia”, Anno XXVI, Numero 2 (febbraio 2006)
Il prezzo del petrolio aumenta indiscriminatamente e i consumatori chiedono sempre di più alternativi ai carburanti fossili. È per questo che la Volkswagen, casa automobilistica leader in Europa occidentale, ha annunciato di considerare l’ipotesi di produrre bio-carburante dalla paglia di mais e altri cereali, da cui è possibile ricavare etanolo. La nuova fonte energetica potrebbe portare ad una forte riduzione delle emissioni di CO2. Inoltre risponderebbe ad una normativa della Commissione europea in base alla quale entro il 2010 la quota di bio-carburante deve raggiungere il 6% dei combustibili attualmente in commercio.
Fonte: “Modus vivendi”, Anno XVI, Numero 3 (marzo 2006)
Uno studio della banca Sarasin & Cie rivela che i tassi di crescita annua del fotovoltaico e dei collettori solari si avvicineranno rispettivamente a valori del 20 e del 25% fino al 2020. Il solare termico, principale nuova fonte di energia rinnovabile dopo il vento, è apprezzato soprattutto in Cina. Questo paese conta da solo tre quarti dei nuovi collettori solari installati nel 2004. La crescita in Svizzera è stata del 16%.
Fonte: “Energeia”, Rivista dell’UFE, n°6/ dicembre 2005
Il consumo d’elettricità nell’economie domestiche svizzere può essere ridotto. Uno studio dell’Agenzia svizzera per l’efficienza energetica (SAFE) mostra che, con investimenti modesti, l’economie domestiche potrebbero ridurre del 40% i loro costi d’elettricità. I principali risparmi potenziali si potrebbero ottenere nell’asciugatura della biancheria, nel congelamento e nell’illuminazione.
Fonte: “LaRevueDurable”, n°18 / dicembre 2005-gennaio2006 (bimestrale)
La società Jenni Energietechnik sta costruendo nei pressi di Berthoud (BE) il primo immobile d’Europa interamente riscaldato con energia solare. Circa 300 m2 di collettori solari ed un’eccellente isolazione termica dei muri e delle finestre fanno di questo immobile un modello in materia di energia solare passiva. Il progettista intende così mostrare che anche gli immobili con più alloggi possono essere interamente riscaldati da energie rinnovabili. I lavori di costruzione hanno preso avvio all’inizio del mese di settembre 2005.
È stato varato il decreto che stabilisce le nuove regole e gli incentivi per l aproduzione di elettricità fotovoltaica. Il provvedimento prevede l’incentivazione di 100 Mw di impianti nell’immediato con l’obiettivo di arrivare a 300 entro il 2015. La verà novità sta nel fatto che gli incentivi saranno concessi con l’energia prodotta (conto energia) e non in conto capitale. In pratica si potranno avere 45 centesimi di euro, più il prezzo pagato dalla rete, per ogni Kw solare non utilizzato e venduto all’esterno. Resta come ostacolo l’alto costo dell’installazione, ma con il meccanismo degli incentivi l’ammortamento di un sistema medio dovrebbe avvenire nel giro di 8/10 anni, mentre la durata media di un pannello è di oltre 25 anni.
Fonte: “La nuova ecologia”, ottobre 2005, Anno XXV, N°9
Nel 2006 partiranno i lavori della più grande centrale fotovoltaica del mondo, a Moura, in Portogallo. La centrale avrà 350mila pannelli solari su una superficie di 114 ettari e una potenza di 62 Mw, sufficiente per circa 250mila abitazioni. L’impianto, il cui costo si aggira intorno ai 250 milioni di euro, entrerà in funzione entro il 2009 e sarà sei volte più potente di quello tedesco che è attualmente considerato il più grande del mondo. Il comune di Moura possiede la maggioranza delle azioni di Amper central solar, la società creata appositamente per amministrare il progetto.
Fonte: “La nuova ecologia”, novembre 2005, Anno XXV, N°10
La Spagna ha lanciato un ambizioso piano che dovrebbe portare al raddoppio del contributo delle rinnovabili nel settore dell’energia primaria entro il 2010. Il progetto prevede di incrementare l’eolico del 150%, portandolo a oltre 20mila Mw, le biomasse del 500%, portaqndole a 2'000 Mw, e il solare, sia termico, che fotovoltaico, che raggiungerebbe i 900 Mw. L’investimento totale dovrebbe essere di 23 miliardi di euro dei quali 680 milioni di incentivi statali. Altri 2,8 miliradi deriveranno da incentivi fiscali sui biocarburanti, che dovrebbero guadagnare il 6% del totale del mercato, mentre 4,9 miliardi finanzieranno la produzione di elettricità da rinnovabili. Il ministero dell’industria ha calcolato che l’operazione peserà sulla bolletta energetica al massimo per uno 0,6%.
Fonte: “La nuova ecologia”, novembre 2005, Anno XXV, N°10
Il primo di giugno, la città di Chambéry (Francia) ha inaugurato la più grande centrale fotovoltaica di Francia. Suddivisa in due parti, una comprensiva di una superficie di 860 m2 di pannelli fotovoltaici installati su dei serbatoi dell’acqua potabile, mentre l’altra, con una superficie di 150 m2, è posata su uno stabile vicino. L’impianto, nel complesso, produrrà una quantità di energia pari a 120'000 kWh all’anno, in grado quindi di alimentare 30 appartamenti per quattro persone. Un quinto della produzione è riservata alle pompe dei serbatoi, il resto a Electricité de France. La città di Chambéry si avvicina così all’obiettivo che si è prefissata che corrisponde alla posa di 4800 m2 di pannelli fotovoltaici entro il 2010. Attualmente, ne sono stati installati 1’700 m2.
Berna e Ginevra
Il tetto solare della stadio Wankdorf di Berna, ha detenuto il record della più grande centrale fotovoltaica della Svizzera per 45 giorni. Inaugurata il 6 maggio, questa installazione delle Forze Motrici Bernesi (FMB) – 8’000 m2 e 0,85 MW di potenza - genererà 70'000 kWh all’anno. Dal 20 giugno, la centrale di Verbois, a Russin, vicino a Ginevra, l’ha detronizzata. Il nuovo gioiello dei Servizi industriali ginevrini (SIG) dispone di una potenza installata di 1 MW. Al Wankdorf resta il titolo della più grande superficie fotovoltaica al a mondo installata su un centro sportivo. Le due imprese pubbliche forniscono la loro corrente solare a coloro che acquistano elettricità ”verde”. Le FMB annunciano che se la domanda crescerà, l’installazione verrà ampliata fino a 12'000 m2 e 1,2 MW di potenza.
Il mercato solare sta uscendo da un lungo letargo. Nel suo bilancio 2004 del solare in Svizzera, l’associazione Swissolar constata che la vendita di pannelli fotovoltaici è cresciuta del 43% rispetto al 2003. Nel 2004, i pannelli fotovolataici hanno prodotto una quantità di energia sufficiente a coprire il fabbisogno di 5'000 famiglie.
Tratto da: LaRevueDurable, N°16 Luglio-agosto 2005
La Banca Mondiale ha approvato un prestito di 87 milioni di dollari a favore della Repubblica Popolare Cinese al fine di promuovere le energie rinnovabili. Questo finanziamento si somma a un precedente sostegno di 40 milioni di dollari del Global Environment Facility (GEF) superando, così, in totale, i 100 milioni di euro. La Banca Mondiale e il GEF hanno dichiarato che si tratta del più grande progetto a favore delle rinnovabili che hanno finanziato negli ultimi anni e che porterà alla produzione di almeno 20 GW di capacità da elettricità verde e alla riduzione di almeno 800 Mt di emissioni inquinanti. Il progetto si inserisce all’interno di uno più ampio promosso dal governo cinese di 229 milioni di dollari che durerà per i prossimi 12 anni.
La Cina è alla ricerca di nuove fonti energetiche e guarda con interesse alle rinnovabili. Sole, vento e geotermia sono al centro di una legge quadro recentemente approvata dal governo di Pechino. “Lo sviluppo delle rinnovabili – ha affermato il deputato Li Congjun – è un nostro obiettivo strategico, perché la Cina è un paese in via di sviluppo con gravi problemi di approvvigionamento energetico”. Il traguardo è ambizioso. Il gigante asiatico vuole raggiungere la quota del 10% di rinnovabili entro il 2010. Il provvedimanto, approvato dal Comitato permanente del Congresso del popolo, entrerà in vigore nel 2006 e prevede incentivi, e sanzioni, per le aziende energetiche.
In particolare, la nuova legge introduce l’obbligo d’acquisto di energia rinnovabile a prezzi fissati dal governo, prevede sgravi fiscali per chi utilizza e affronta il problema della mobilità attraverso agevolazioni sui biocarburanti.
Tratto da: La Nuova ecologia Anno XXV, n°4 (aprile 2005)
Oggi è possibile ricavare grandi quantità di energia dalla canna da zucchero, sia prima che dopo il proicesso di spremitura. È quanto emerge da una conferenza internazionale sulle tecnologie dello zucchero. “In futuro smetteremo di considerare i mulini comwe industrie dello zucchero e penseremo piuttosto in termini di industrie dell’energia”. A dirlo è Mario Melgar, direttore generale del Guatemalan Center for Research and Training in Sugarcane, che ha ospitato la conferenza.
In molti paesi i mulini ssfruttano sempre di più gli scarti della canna da zucchero bruciata per generare elettricità. Il Brasile e la Colombia incoraggiano l’uso dell’etanolo derivato dallo zucchero come parziale sostituto dei combustibili derivati dal petrolio.
Secondo Melgar, questi sviluppi permetteranno, nell’arco di 20 anni, di estendere la coltivazione dello zucchero fino a 40 milioni di ettari rispetto agli attuali 23 milioni. Nel frattempo i ricercatori hanno mappato circa il 40% del genoma della canna da zucchero allo scopo di migliorare e adattare le coltivazione al loro ambiente.
Tratto da: Modus vivendi n°4, anno XV (aprile 2005)
Il governo promette di installare impianti di produzione di energia da fonti rinnovabili per 250 megawatt entro il 2010. Un programma ambizioso perché gli impianti solari già installati nel paese raggiungono appena i 6 megawatt (dati del 2003). Entro il 2011, però, l’obiettivo dichiarato è di passare dall’1% all’8% di energie rinnovabili, distribuite in 250 Mw di solare, 100 Mw di eolico, 350 Mw idroelettrico e 1'040 Mw da biomasse. L’installazione dei nuovi impianti sarà seguita da un piano d’incentivazione con un sistema di sconti e privilegi fiscali per le industrie installatrici e prestiti di capitali.
Tratto da: Modus vivendi n°4, anno XV (aprile 2005)
Il vento, il sole e le altre fonti rinnovabili hanno prodotto il 9,3% dell’energia elettrica consumata dalla Germania nel 2004. Il dato è stato comunicato dal ministro dell’Ambiente Jürgen Trittin. La Germania si conferma, quindi, leader dell’energias pulita: nel giro di un anno, infatti, il comparto è cresciuto di un ulteriore 1,4%, passando dal 7,9% nel 2003 al 9,3% del 2004. In termini di emissioni, l’anno scorso, sono state evitate 70 milioni di tonnellate di CO2, 10 milioni in più rispetto al 2003.
Tratto da: Modus vivendi n°4, anno XV (aprile 2005)
Lo sapete dove va la corrente prodotta in Ticino ?
La corrente idroelettrica prodotta in Ticino viene venduta in gran parte in Svizzera interna e all’estero. L’AET (Azienda Elettrica Ticinese) vende la sua quota-parte soprattutto in Germania e in Gran Bretagna, dove ottiene un prezzo migliore grazie alla produzione da fonte rinnovabile.
E da quali centrali proviene la corrente venduta in Ticino ?
Mediamente la corrente fornita alle economie domestiche in Ticino proviene per due quinti da centrali nucleari, per altri due quinti da centrali ad energia fossile e per l’ultimo quinto da centrali idroelettriche.
Tratto dalla Rivista della sezione ticinese di Pro Natura N° 3, gennaio 2005
Il 2004 della Regione Lazio si è chiuso con una legge regionale che impone ai Comuni di favorire l'impiego di energia solare termica e la diminuzione degli sprechi idrici negli edifici. Entro l'aprile di quest'anno i Comuni dovranno aver provveduto agli adempimenti previsti dalla Legge di cui riportiamo qui sotto il testo integrale.
Legge Regione Lazio 8 novembre 2004, n. 15 (Disposizioni per favorire l'impiego di energia solare termica e la diminuzione degli sprechi idrici negli edifici)
Disposizioni per favorire l'impiego di energia solare termica e la diminuzione degli sprechi idrici negli edifici
Articolo 1
Finalità.
1. La presente legge, al fine di migliorare le condizioni ambientali di vita, prescrive misure per incrementare l'impiego dell'energia solare termica e per diminuire gli sprechi idrici negli edifici.
Articolo 2
Adempimenti comunali.
1. I Comuni, in relazione alle proprie caratteristiche e al proprio assetto urbanistico e territoriale, nonché nel rispetto degli eventuali limiti imposti dall'esistenza di vincoli storici, ambientali e paesistici, devono prevedere specifiche disposizioni, per realizzare su edifici, pubblici e privati, di nuova costruzione o soggetti a ristrutturazione edilizia, i seguenti interventi:
a) installazione ed impiego di pannelli solari termici per la produzione di acqua calda sanitaria;
b) realizzazione di sistemi di recupero delle acque piovane e delle acque grigie e riutilizzo delle stesse per gli scarichi dei water;
c) utilizzo di cassette d'acqua per water con scarichi differenziati;
d) installazione di rubinetterie dotate di miscelatore aria e acqua;
e) impiego di pavimentazioni drenanti nelle sistemazioni esterne dei lotti edificabili nel caso di copertura superiore al cinquanta per cento della superficie esterna del lotto stesso.
2. Al fine di favorire la costruzione di edifici a basso consumo energetico, i Comuni devono, altresì, prevedere che nel calcolo delle volumetrie degli edifici non vengano computati, se superiori a trenta centimetri, gli spessori delle pareti e dei solai nonché delle serre solari e delle torri del vento. Il contenimento del consumo energetico deve essere dimostrato da un'apposita relazione tecnica, corredata di calcoli e grafici dimostrativi completi, che costituisce parte integrante della documentazione richiesta per il rilascio del necessario titolo abilitativo.
3. I Comuni, in sede di rilascio dei necessari titoli abilitativi, verificano il rispetto del progetto alle disposizioni di cui al presente articolo.
4. Gli interventi di cui al comma 1 riguardano esclusivamente edifici situati al di fuori dei centri storici.
Articolo 3
Termine per gli adempimenti.
1. I Comuni provvedono a quanto previsto all'articolo 2, entro centottanta giorni dalla data di entrata in vigore della presente legge.
Articolo 4
Pubblicità.
1. La Regione, anche in collaborazione con i Comuni che hanno provveduto a quanto previsto all'articolo 2, individuano idonee forme di pubblicità degli interventi assunti dai Comuni.
Tratto dal Supplemento ordinario n. 5 al Bur Lazio 10 novembre 2004 n. 31
Copenaghen. È nata in Danimarca la lampadina del futuro: consuma poca energia e fornisce luce per 50 mila ore. Sono stati gli studi compiuti nel laboratorio nazionale di ricerca Risoe a dare a un gruppo di ricercatori danesi la possibilità di mettere a punto la prima generazione di lampadine diodiche, capaci di consumare solo un settimo dell’elettricità necessaria alle lampade tradizionali. “Nel giro di cinque – sei anni queste lampadine sostituiranno in Danimarca la metà di quelle a incandescenza”, prevedono i responsabili della ricerca.
Tratto da:La Regione del 28 dicembre 2004 La Regione
Il Consiglio dei Ministri austriaco ha approvato una norma per alzare la quota obbligatoria di biocarburanti utilizzati dal 2,5 al 5,75%. Nella tassazione sui carburanti minerali di origine fossile è stata introdotta una distinzione fra carburanti “puliti” (privi di zolfo), che beneficiano di una riduzione di 0,5 eurocent/litro per il diesel. L’accisa sui carburanti non puliti viene invece aumentata di 0,8 eurocent/litro per diesel e di 1,3 eurocent/litro per la benzina. I biocarburanti puri continuano a essere totalmente esenti da accisa. La norma entrerà in vigore dal 1 ottobre 2005 per il diesel e dall’ottobre 2006 per la benzina.
Dal 1 gennaio 2005 tutti i nuovi edifici costruiti sul territorio spagnolo dovranno per obbligo avere un impianto solare termico per il riscaldamento dell’acqua sanitaria. Seguendo un provvedimento già adottato da molte municipalità iberiche, il governo di Zapatero ha stabilito la norma nazionale che dovrebbe portare all’installazione di 4,5 milioni di metri quadrati di pannelli entro il 2010. Attualmente il paese europeo con la maggiore estensione di collettori solari è la Germania (oltre 3,5 milioni di m2), seguita dalla Grecia (circa 2,8) e dall’Austria (oltre 1,5). In Italia, malgrado le ottime potenzialità, risultano installati meno di 500 mila metri quadrati di pannelli.
Due studenti di ingegneria della Michigan University hanno dimostrato che è fattibile e conveniente raccogliere il grasso di scarto delle mense della loro università e usarlo per produrre biodiesel. Il tutto a un costo inferiore del gasolio ecologico già in commercio, derivato dai semi di soia. L’Università sta valutando la costruzione di un impianto pilota.
È colorato, alto poco più di un metro ed è piantato nell’erba al fianco della pista ciclabile Lungo Leno di Rovereto, in Trentino. È Gonfiagonfia, il primo compressore ad aria ecologico per biciclette (va a pannelli solari), installato da un comune italiano. Simile ad un distributore anni Cinquanta, Gonfiagonfia con appena 4 ore di sole riesce a servire circa 100 ruote. Il suo funzionamento è semplice (l’energia solare alimenta il motore del compressore) ed è adattabile a qualsiasi tipo di bici. Ma non solo. Grazie ai pannelli fonoassorbenti con cui è insonorizzato, Gonfiagonfia in azione non emette il classico (e fastidioso) rumore dei compressori.
Sono stati pubblicati alla fine del 2002 i risultati dei test effettuati con la supervisione della Stazione sperimentale combustibili per misurare le emissioni prodotte da un autobus urbano Euro 3 alimentato con Gecam, il gasolio bianco. Dalle misurazioni risulta che il Gecam, un’emulsione stabilizzata di acqua (10%) in gasolio che favorisce una migliore miscelazione fra l’aria ed il combustibile, permette una riduzione di polveri sottili e idrocarburi policiclici aromatici superiore al 50% e un sensibile abbassamento anche degli ossidi di azoto. Per quanto riguarda la CO2, l’utilizzo del gasolio bianco comporta un aumento dei consumi del 3% circa, ma considerata la presenza di acqua il consumo complessivo di idrocarburo è ridotto di circa il 7%. Il Gecam ha lo stesso costo di utilizzo del gasolio e può essere utilizzato in motori diesel per trasporto pubblico e di merci oltre che in caldaie senza bisogno di modifiche.
(http://www.gasoliobianco.com)
Carlo Rubbia, Premio Nobel per la fisica ha annunciato, lunedi' 17 maggio 2004, la costruzione di un nuovo impianto ad energia solare di nuova concezione. Con il progetto Archimede, annuncia Carlo Rubbia, ora anche presidente dell'ENEA (Ente italiano per l'energia e l'ambiente), saremo in grado di superare la storica contrapposizione tra sviluppo energetico e protezione dell'ecosistema.
Il maggior pregio dell'innovativo progetto è costituito dai costi dell'elettricità prodotta, finalmente competitivi anche rispetto a quella derivante dagli idrocarburi.
Archimede si estenderà su un'area di 40 ettari, costituito di collettori solari. Il calore solare sarà raccolto in tubi. Qui un flusso composto di una miscela di nitrati fornità l'energia necessaria ad una grande dinamo. A differenza di passati esperimenti di questo tipo, la miscela scelta non dovrebbe presentare nè problemi di sicurezza, nè rischi di inquinamento.
L'impianto sarà in grado di rifornire di elettricità pulita una cittadina di 20 mila abitanti a meno della metà del costo attuale delle cosiddette "energie verdi". In soli 6 anni il costo degli impianti dovrebbe essere interamente recuperato.
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