Valore maggiore rilevato per le PM10: 63 μg/m3 (limite 50) il 14 marzo
Giorni superamento limite ozono da inizio anno: 66
Valore maggiore rilevato per l'ozono: 264 μg/m3 (limite 120) il 9 maggio
Numero di giorni in cui si sono superati sia il limite per l'ozono che per le PM10:0
Ecosportello
L’Ecosportello risponde alle vostre domande su temi quali: mobilità sostenibile, ecoprodotti, ecolabel e certificazioni ambientali, agenda 21 ed altre questioni legate allo sviluppo sostenibile.
Nel 2010, sono stati registrati dalla centralina della rete di rilevamento Nabel situata presso l’università di Lugano 19 giorni di superamento giornaliero delle Pm10, con un valore massimo di 90 microgrammi/m3, raggiunto il 29 gennaio (limite 50 superabile una sola volta all’anno). Per quanto riguarda l’inquinamento da ozono invece, i giorni in cui si è superato il valore limite giornaliero sono stati 85, con un valore massimo di 257 microgrammi/m3 raggiunto il 9 luglio (limite 120 superabile una sola volta all’anno).
Nel 2009, si erano registrati 11 superamenti del valore limite giornaliero delle PM10 e 105 superamenti nei valori dell'ozono.
Si registrano dunque un aumento sostanziale dei superamenti del valore limite per le PM10 ed una riduzione dei superamenti per quanto riguarda l’ozono. Tuttavia, per l’ozono vi è da sottolineare che nel 2010 si è raggiunto un valore di 257 microgrammi/m3, superiore al valore più alto registrato nel 2009 che corrispondeva a 220 microgrammi/m3.
L’inquinamento dell’aria a Lugano continua dunque ad essere critico e al di fuori di tutti i limiti di legge. Non si constatano miglioramenti significativi per questi due inquinanti.
Nel 2009, sono stati registrati dalla centralina della rete di rilevamento NABEL presente nel parco dell’Università di Lugano, 11 superamenti del valore limite giornaliero delle PM10, con un valore massimo di 81 µg/m3, raggiunto il 26 novembre (limite 50). Per quanto concerne i dati relativi all'ozono, invece, i giorni in cui si è superato il valore limite giornaliero sono stati 105, con un valore massimo di 220 µg/m3 raggiunto il 29 giugno (limite 120, superabile una sola volta all’anno).
Nel 2008, erano stati registrati 41 superamenti del valore limite giornaliero delle PM10 e 78 superamenti nei valori dell'ozono.
Si registrano dunque un aumento sostanziale dei superamenti della soglia limite per l'ozono ed una riduzione dei superamenti per quanto riguarda le PM10.
L’inquinamento dell’aria a Lugano continua dunque, ancora una volta, ad essere motivo di grande preoccupazione.
Per migliorare la qualità dell’aria nella città di Calvino, il canton Ginevra ha deciso di realizzare una “zona a basso carico ambientale” nel cuore dell’agglomerato. L’idea è di limitare l’accesso nel centro città ai veicoli più inquinanti. La misura si applicherà a tutte le tipologie di veicoli (auto, due ruote, camion) immatricolati a Ginevra, nel resto della Svizzera e all’estero. I veicoli saranno identificati grazie a dei contrassegni di differenti colori in funzione delle loro emissioni. A seconda del colore del contrassegno potranno o no circolare liberamente. Iniziative simili sono già state realizzate in Germania, a Berlino, Hannover o Colonia. La sua attuazione è prevista per il 2012 – 2014. Il canton Vaud sta studiando delle misure simili.
Una città inquinata pregiudica lo sviluppo celebrale dei bambini. In uno studio realizzato dal CREAL (Centre for Research in Environmental Epidemiology) è emerso che, durante la gravidanza e l’infanzia, l’inquinamento può creare delle alterazioni strutturali che si traducono in ritardi delle funzioni cognitive dei bambini, come l’apprendimento e la memoria. Lo studio è stato realizzato in tre città, New York, Boston e Città del Messico. Dall’analisi di 73 bambini dell’età di 9 anni, con condizioni socioeconomiche molto simili, è emerso che lo sviluppo cognitivo, di più della metà dei bambini (il 57%) che vivono nella contaminata città del Messico, è inferiore rispetto ai bambini della stessa età che vivono nella Polotitian, dove solo il 7% ha mostrato disturbi legati all’inquinamento. Nello studio, inoltre, sono stati osservati anche i tessuti cerebrali di persone deceduto di età compresa tra i 2 e i 45 anni, e nel cervello di quelle che avevano vissuto in zone con elevati tassi d’inquinamento sono stati riscontrati neuroinfiammazioni e danni vascolari. Secondo uno dei ricercatori del CREAL, Jordi Sunyer, l’inalazione di particelle in sospensione causa infiammazioni polmonari e stress ossidativo che ha delle ripercussioni sul cervello. Inoltre Sunyer sostiene che molte sostanze inquinanti, in particolare le particelle più piccole, raggiungono i neuroni senza passare per i polmoni.
Nel 2008, sono stati registrati dalla centralina della rete di rilevamento NABEL presente nel parco dell’Università di Lugano, 41 superamenti del valore limite giornaliero delle PM10, con un valore massimo di 155 µg/m3, raggiunto il primo febbraio (limite 50). Per quanto concerne i dati relativi all'ozono, invece, i giorni in cui si è superato il valore limite giornaliero sono stati 78, con un valore massimo di 247 µg/m3 raggiunto il 26 giugno (limite 120, superabile una sola volta all’anno).
Nel 2007, erano stati registrati 28 superamenti del valore limite giornaliero delle PM10, con un valore massimo di 107 µg/m3 e 98 superamenti nei valori dell'ozono, con un valore massimo raggiunto di 270 µg/m3.
Si registrano dunque un aumento sostanziale dei superamenti della soglia limite per le PM10 ed una riduzione dei superamenti per quanto riguarda l'ozono.
L’inquinamento dell’aria a Lugano continua dunque ad essere motivo di grande preoccupazione.
Più un bambino vive vicino ad una centrale nucleare, più il rischio che sia colpito da cancro o da leucemia è elevato. Questo è quanto è scaturito dallo studio KiKK condotto in Germania. Si tratta dello studio più caro e più preciso mai realizzato al mondo sulle forme di cancro che si sviluppano attorno alle centrali nucleari. Nel dicembre 2007, al momento della pubblicazione, i risultati di questo studio sono stati deformati, minimizzati o passati sotto silenzio. Il nuovo bollettino dell’associazione dei medici per la prevenzione della guerra nucleare (IPPNW) fa luce sui risultati di questo studio.
Tratto da: Environnement (Rivista dell’UFAFP) N°3/2008
La Cina ha superato gli USA in testa alla classifica degli inquinatori. Lo afferma uno studio americano svolto dai ricercatori dell’università della California, che ha preso in esame ed elaborato i dati di 30 regioni cinesi, più affidabili ed accurati di quelli statali usati normalmente per stilare le classifiche. Probabilmente il sorpasso era già avvenuto nel 2006. Gli americani restano i principali inquinatori procapite, con un tasso di emissioni che resta fra cinque e sei volte superiore a quello dei cinesi. Ma Pechino sconta l’impetuosa crescita economica e la maggiore popolazione.
Da inizio anno, le persone che pensano di soffrire di malattie legate all’ambiente hanno a disposizione un nuovo centro informativo. La rete dell’associazione Medici per l’ambiente ha come obiettivo offrire ai pazienti di tutta la Svizzera la possibilità di far esaminare seriamente i loro sintomi. Il centro serve anche quale piattaforma informativa per i medici confrontati con questo genere di problematiche. Il servizio di consulenza è pensato quale interfaccia fra il personale medico, le autorità e la scienza. Il progetto beneficia di un accompagnamento scientifico col fine di valorizzare i dati raccolti.
Il centralino telefonico (052 620 28 27) risponde in francese, tedesco, e italiano (in Ticino, però, i pazienti non possono ancora essere indirizzati verso un medico specifico). Il centralino funziona lunedì, martedì e giovedì dalle 9 alle 11.
Tratto da: Environnement (Rivista dell’UFAFP) N°3/2008
Quasi un quarto di tutti i tumori infantili sarebbe attribuibile alle emissioni del traffico leggero e pesante. È quanto affermano gli autori di uno studio pubblicato su Journal of Epidemiology and Community Health che hanno analizzato tutti i soggetti ammalati e morti di tumore entro i 16 anni di età in Gran Bretagna nell’arco di 35 anni. Il 24% di tutti i tumori infantili è plausibilmente attribuibile all’essere nati entro un raggio di 3 chilometri da siti inquinati, specialmente strade e autostrade. Molti tumori infantili iniziano per l’esposizione del feto e del lattante ai gas di scarico. Questi dati rendono sempre più urgente un profondo cambiamento dei sistemi di mobilità, alla luce del rischio cui ci espongono le emissioni inquinanti generate proprio dal traffico.
Tratto da Modus Vivendi n°6 anno XVII, giugno 2007
Una ricerca condotta dall’Università di Roma La Sapienza in collaborazione con l’Istituto Superiore di Sanità ha evidenziato la pericolosità delle marmitte catalitiche, responsabili dell’emissione di residui di metalli che se respirati influenzerebbero i processi metabolici umani. Lo studio è stato condotto analizzando campioni di aria raccolti in siti di traffico intenso a Roma. I ricercatori hanno analizzato i campioni di polveri sottili, PM10 e PM2,5 raccolti negli inverni del 2004 e del 2005. Platino, rodio, palladio e iridio innescano reazioni chimiche che riducono sensibilmente i livelli di alcuni antiossidanti naturali come l’acido ascorbico.
Tratto da Modus Vivendi n°6 anno XVII, giugno 2007
Nel 2007, sono stati registrati dalla centralina della rete di rilevamento NABEL presente nel parco dell’Università di Lugano, 28 superamenti del valore limite giornaliero delle PM10, con un valore massimo di 107 µg/m3 (limite 50, superabile una sola volta all’anno) raggiunto il 17 gennaio. Per quanto concerne i dati relativi all'ozono, invece, i giorni in cui si è superato il valore limite giornaliero sono stati 98, con un valore massimo raggiunto il 27 luglio di 270 µg/m3 (limite 120, superabile una sola volta all’anno ).
I giorni in cui entrambi i valori sono stati superati sono stati 6.
Nel 2006, i superamenti del limite giornaliero delle polveri fini erano stati 39, con un massimo di 131 µg/m3 raggiunto il 21 marzo. Per l’ozono, invece, i giorni di superamento del valore limite erano stati 91, con un valore massimo di 251 µg/m3 raggiunto il 25 luglio. I giorni di superamento di entrambi i valori erano stati 6.
L’inquinamento dell’aria a Lugano permane quindi a livelli elevati e preoccupanti!
Nel 2006 a Lugano sono stati registrati dalla centralina della rete di rilevamento NABEL, 39 superamenti del valore limite giornaliero delle PM10, con un valore massimo di 131µg/m3 (limite 50, superabile una sola volta all’anno) raggiunto il 21 marzo. Per quanto concerne i dati relativi
all'ozono,invece, i giorni in cui si è superato il valore limite giornaliero sono stati 91, con un valore massimo raggiunto il 25 luglio di 251 µg/m3 (limite 120, superabile una sola volta all’anno ).
I giorni in cui entrambi i valori sono stati superati sono stati 6.
Nel 2005, i superamenti del limite giornaliero delle polveri fini erano stati 36, con un massimo di 120 µg/m3 raggiunto il 24 marzo. Per l’ozono, invece i giorni di superamento del valore limite erano stati 101, con un valore massimo di 255 µg/m3 raggiunto il 22 giugno. I giorni di superamento di entrambi i valori erano stati 10.
La situazione dell’aria a Lugano, rimane quindi critica!
Nel 2005 la Cina ha rilasciato in atmosfera 25,49 milioni di tonnellate di anidride solforosa (SO2), oltre il 27% in più rispetto al 2000. Lo ha dichiarato l’Amministrazione statale per la protezione dell’ambiente (SEPA) di Pechino, il cui direttore, Li Xinmin, denuncia una perdita di circa duemila euro per tonnellata, senza calcolare i danni ambientali. L’anidride solforosa è tra i gas tossici più inquinanti e provoca disturbi dell’apparato respiratorio, irritazioni cutanee e agli occhi. La produzione maggiore di SO2 si ha con la combustione di carbon fossile, la maggior fonte di produzione energetica della Cina. Secondo i dati della SEPA, sarebbero 22 milioni le tonnellate di anidride solforosa rilasciate dalle industrie cinesi, mentre il residuo 3% deriverebbe dagli scarichi privati.
Fonte: “Modus vivendi”, Anno XVI, Numero 9 (ottobre 2006)
La distesa di ghiaccio dell’Artico è solo apparentemente intatta. In realtà nasconde un cocktail di veleni che sta mettendo in pericolo la sopravvivenza di mammiferi e uccelli. L’allarme è contenuto in un rapporto del WWF, che sostiene che il cattivo stato di salute delle specie artiche dipenda dall’esposizione a sostanze chimiche tossiche. La minaccia per i quattro milioni di abitanti e le numerose specie di animali – lepri, volpi artiche, renne, caribù, buoi muschiati, foche, trichechi, lupi, beluga, orsi, orche – viene dalle regioni industrializzate degli USA e dell’Europa occidentale. Le correnti oceaniche spingono verso nord le sostanze inquinanti prodotte in queste regioni. L’esposizione alle sostanze chimiche interferisce con il sistema ormonale e immunitario, modificando i livelli di vitamina A e provocando fragilità della struttura ossea.
Fonte: “Modus vivendi”, Anno XVI, Numero 8 (settembre 2006)
Nestlé e la Posta svizzera fanno marketing contrario al buon senso. Incaricato da Nestlé di rinnovare l’imballaggio della sua marca di cioccolati Frigor, l’architetto francese Jean Nouvel è riuscito a triplicare l’immissione di anidride carbonica delle confezioni da 100 g e a moltiplicare per sette quella dei quadratini di cioccolato. Per realizzare una tale performance ci voleva tutto il genio di questa star parigina: triplicare il peso dell’imballaggio e sostituire il cartone riciclato con della plastica che finirà nell’inceneritore. Nella stessa direzione la Posta svizzera ha deciso di oscurare la propria immagine. Il 40% delle bucalettere svizzere aventi l’adesivo “niente pubblicità” gli rovinano l’appetitoso mercato degli invii commerciali in blocco. Per recuperare una parte della torta pubblicitaria, la Posta ha inviato 70'000 lettere agli abitanti della regione di Basilea per proporgli di eliminare l’adesivo in cambio di un piccolo regalo. La federazione romanda dei consumatori è intervenuta per denunciare questi due casi.
Tratto da: LaRevueDurable, N°20 Aprile-maggio-giugno 2006
In Svizzera, circa il 3% del carico totale d’azoto è importabile ai cementifici. Ma entro il 2008, questi ridurranno del 10% le loro emissioni di ossidi d’azoto. Questo è l’impegno preso da Cemsuisse, l’organo di categoria, nel quadro di una convenzione. L’industria svizzera del cemento diventerà così la più “pulita” del mondo. Una tale riduzione è possibile grazie allo sviluppo rapido delle tecnologie di depurazione dei gas.
Allarme inquinamento in Cina per lo Yangtze, o Fiume Azzuro. È diventato “cancerogeno” a causa dei rifiuti: assorbe circa il 40% delle acque di scolo del paese, l’80% delle quali entrano nel fiume senza essere state depurate. Ogni anno è inoltre attraversato da 210mila navi che scaricano 360 milioni di tonnellate di rifiuti. A rischio la biodiversità nel bacino: in 20 anni si è dimezzato il numero di specie animali presenti.
Tratto da: La Nuova ecologia Anno XXVI, n°7 (luglio-agosto 2006)
Kyoto fa bene alla nostra salute e alle nostre tasche. L’impegno europeo nella lotta contro i mutamenti climatici deve essere rafforzato. Perché non solo può contribuire a curare la febbre del pianeta, ma anche a farci respirare meglio nelle nostre città sempre più soffocate dallo smog. È quanto emerge dall’anticipazione di un nuovo rapporto dell’Agenzia europea dell’ambiente (AEA), che sarà reso pubblico subito dopo la pausa estiva. L’azione pro-Kyoto, secondo il rapporto, ha effetti collaterali molto importanti per la qualità dell’aria che respiriamo e per la nostra salute. Si possono evitare – per i prossimi 30 anni - ben 20mila morti premature l’anno e ridurre di 10 miliardi di euro ogni anno i costi relativi al controllo dell’inquinamento atmosferico. Senza trascurare una riduzione di 16 miliardi € l’anno della spesa sanitaria.
Tali benefici deriveranno dal fatto che le riduzioni delle emissioni di gas serra – in linea con l’obiettivo comunitario di limitare l’aumento della temperatura media globale di 2°C rispetto ai livelli preindustriali – implicano anche una riduzione degli inquinanti atmosferici generati dai combustibili fossili. Secondo il rapporto dell’AEA, le riduzioni più significative riguardano gli ossidi di azoto (10%), i biossidi di zolfo (17%9 e le polveri sottili (8-10%), con una riduzione dei costi del 25-35% entro il 2030.
Tratto da: La Nuova ecologia Anno XXVI, n°7 (luglio-agosto 2006)
Da diversi anni, è vietata l’utilizzazione di erbicidi ai bordi dei sentieri, delle strade e delle piazze, sui tetti e sulle terrazze, così come nelle aree di deposito. L’ordinanza sulla riduzione dei rischi legati ai prodotti chimici ha ripreso disposizione dalla vecchia ordinanza sulle sostanze. Perché l’ordinanza sia rispettata meglio, la Fondazione per la pratica ambientale in Svizzera (Pusch), in collaborazione con l’UFAP ha condotto nel 2004 e nel 2005, la campagna “Lasciate parlare i fiori!”.
Risultato: la campagna ha suscitato un grande interesse. 120 comuni hanno organizzato dei mercati di piante selvatiche e delle raccolte di rifiuti speciali, o distribuito dei fogli informativi (in totale più di 40'000) con delle buste di semi (più di 10'000). Numerosi cantoni hanno fatto conoscere la campagna presso i loro comuni o organizzato raccolte di pesticidi.
La Commissione europea metterà a punto una strategia che prevede l’adozione di una serie di provvedimenti puntata sulla qualità dell’aria, dei rifiuti e dei consumi energetici, incoraggiando chi adotterà politiche volte allo sviluppo sostenibile. Saranno previsti incentivi per chi assumerà comportamenti “virtuosi”; attraverso l’utilizzo di normative già esistenti, saranno consolidate le capacità di regioni ed enti locali di affrontare probleatiche complesse come quelle legate alla salvaguardia ambientale. “L’Europa – ha sottolineato il commissario europeo all’Ambiente, Stravos Dimas, presentando la strategia – ha bisogno di avere città che offrano una qualità di vita elevata dove la gente abbia voglia di vivire e lavorare e dove le imprese vogliano investire. Per questo aiutiamo le autorità regionali e locali a migliorarne le performance”.
Fonte: “Modus vivendi”, Anno XVI, Numero 2 (febbraio 2006)
Durante l'anno 2005 a Lugano si sono avuti, in base ai dati forniti
dalla centralina della rete di rilevamento NABEL, 36 giorni di
superamento del valore delle PM10, con un valore massimo di 120 µg/m3 (limite 50)
raggiunto il 24 marzo. Per quanto concerne i dati relativi
all'ozono,invece, i giorni in cui si sono superati i
valori limiti sono stati 101, con un valore massimo raggiunto
il 22 giugno con 255 µg/m3 (limite 120).
I giorni in cui entrambi i valori sono stati superati
sono stati 10.
Il WWF ha diffuso i nomi delle trenta centrali elettriche più inquinanti d’Europa. Sono le Dirty thirty, le meno efficienti tra quelle maggiormente responsabili delle emissioni di anidride carbonica. In testa alla classifica si trova la Germania, con nove impianti, seguita dalla Polonia, con cinque, e poi, con quattro ciascuna, Italia, Spagna e Gran Bretagna.
La lista è scaricabile da http://powerswitch.panda.org/news_publications/publications_detail.cfm?uxNewsID=25477
Fonte: “La nuova ecologia”, novembre 2005, Anno XXV, N°10
L’EURISPES stima che nel 2004 il costo diretto e indiretto complessivo dei danni da inquinamento acustico sia stato, in Europa, di circa venti miliardi di euro (circa l’1,5% del PIL europeo). Oltre alle spese sanitarie dirette causate dai danni alla salute, si calcola che vadano perse ogni anno circa 35 milioni di giornate di lavorative, alle quali si devono aggiungere i costi delle iniziative per la lotta contro il rumore e i deficit di produzione. Secondo i dati dell’Eurispes il 20% della popolazione europea (circa 80 milioni di persone) è esposta a rumori diurni continui, causati prevalentemente dal traffico, che superano i 65 decibel, considerato il limite di tollerabilità. Al di sopra di questa soglia, il rumore può provocare danni psichici e neurovegetativi; oltre gli 85 decibel si hanno effetti specifici sull’apparato uditivo e, quando il livello di pressione sonora supera i 115, gli effetti del rumore sono pericolosi e possono provocare un danno immediato. Solo al di sotto dei 35 decibel il rumore non provoca fastidio, mentre tra questa soglia e i 65 già iniziano a verificarsi disturbi del sonno e del riposo.
Negli scorsi giorni a Lugano è stata superata a più riprese la soglia d’allarme delle polveri fini respirabili (PM10). Secondo l’Ordinanza federale contro l’inquinamento atmosferico (OIAt) il valore limite massimo è di 50 µg/m3 per la media giornaliera. Dall’inizio dell’anno la soglia limite è stata superata già 18 volte. L’OIAt consente al massimo un superamento all’anno!
Non solo. Per la prima volta quest’anno anche la concentrazione dell’ozono è tornata a salire e ha già superato i valori limite (= concentrazione media oraria di 120 µg/m3).
Insomma: la primavera 2005 rischia di essere contraddistinta da un “mix” nocivo di smog invernale (polveri fini) e di smog estivo (ozono).
Giovedì 17 marzo 2005 i valori di polveri fini e dell’ozono misurati a Lugano erano i più alti della Svizzera.
Visitando il sito www.abitat-lugano.ch è possibile ottenere in qualsiasi momento le ultime notizie relative all’inquinamento nell’agglomerato di Lugano. I dati sono aggiornati quotidianamente verso le ore 17h.
Il fondo pensione dei dipendenti pubblici della California (Calpers) ha ingaggiato un braccio di ferro con le case automobilistiche per costringerle a rispettare i target di riduzione delle emissioni stabilite da una norma statale. Il rispetto della legge dovrebbe essere automatico, ma le case d’auto hanno fatto pressioni su Washington affinché intervenisse sulla rigida normativa del Golden State. Calpers, il fondo più grande al mondo con un patrimonio gestito di 167 miliardi di dollari, detiene azioni pari a più di 800 milioni di dollari in tutte le aziende che compongono il cartello che si oppone ai provvedimenti antismog (Bmw, DaimlerChrysler, Ford, Gm, Mazda, Mitsubishi, Porche, Toyota e Volkswagen).
Il Clean Neighbourhoods and Environment Act 2005 entrerà in vigore il prossimo aprile e mirerà a migliorare la qualità della vita e l'estetica del paesaggio urbano nelle città del Regno Unito.
Il corposo pacchetto normativo contiene tutta una serie di novità in diversi settori: tutela della salute, della qualità della vita e dell'estetica del paesaggio urbano, soste delle autovetture, disciplina dell'inquinamento acustico, limiti alla cartellonistica pubblicitaria, circolazione degli animali domestici, decoro delle pareti esterne degli edifici, direttive sull'architettura delle nuove costruzioni ed un nuovo regime sui rifiuti urbani e la loro raccolta.
La vera novità pero' è costituita dall'introduzione di regole contro l'inquinamento luminoso, una forma di inquinamento in genere sottovalutata che arreca danni alla salute umana: con effetti sul sonno e sulla vista, fenomeni di stress psico-fisico, inibizione della produzione di melatonina.
Verosimilmente l'applicazione delle norme favorirà la diffusione di impianti e lampadine a piu' basso consumo energetico e contribuirà a limitare gli sprechi.
Polveri fini a Lugano: superata la soglia d’allarme! Ma nessuno ne parla…
Negli scorsi giorni a Lugano è stata superata a più riprese la soglia d’allarme delle polveri fini respirabili (PM10). Secondo l’Ordinanza federale contro l’inquinamento atmosferico (OIAt) il valore limite massimo è di 50 µg/m3 per la media giornaliera. Ebbene, questi erano i valori di Lugano, misurati nella stazione di analisi della Rete nazionale d’osservazione degli inquinanti atmosferici (NABEL) della Confederazione:
Fra tutte le stazioni d’analisi della rete NABEL i valori delle polveri fini misurati a Lugano erano sempre i peggiori. Ma perché nessuno ne parla? ABITAT conosce la risposta.
I dati federali non vengono mai pubblicati
Uno degli obiettivi dell’azione pubblica è di informare e di sensibilizzare la popolazione su temi che la concernono direttamente. Anche in materia di inquinamento atmosferico. In Ticino la popolazione è sensibilizzata attraverso i bollettini settimanali dell’Ufficio cantonale della protezione dell’aria che vengono pubblicati regolarmente sui giornali e su Internet (www.ti.ch/aria). È così che spesso sentiamo parlare della pessima qualità dell’aria a Chiasso.
Esiste però un problema per quanto riguarda le polveri fini. I relativi valori vengono prelevati soltanto in quattro località dalle autorità cantonali: Chiasso (città/autostrada), Bioggio (industria/insediamenti), Camignolo (autostrada) e Moleno (autostrada). La stazione d’analisi di Lugano, ubicata nel parco di Casa Serena, rileva i dati di diossido d’azoto (NO2) e di ozono (O3) ma non di polveri fini (PM10). Di conseguenza, la popolazione del principale agglomerato del Cantone (che come agglomerato conta ca. 80mila abitanti) non è completamente informata della qualità dell’aria.
Tuttavia a Lugano le polveri fini vengono misurate nella stazione d’analisi NABEL della Divisione della protezione dell’aria dell’Ufficio federale dell’ambiente, ubicata nel parco dell’Università della Svizzera italiana. Questi dati sono disponibili tutti i giorni sul sito Internet:
ma non figurano nei bollettini del Cantone e la Confederazione non fa uno sforzo particolare per divulgarli.
Uno dei motivi di questa mancanza di informazione è legato al fatto che il sito dell’Ufficio federale è relativamente complicato e di non facile accesso.
Su www.abitat-lugano.ch potete consultare ogni giorno la qualità dell’aria a Lugano
Per questo motivo a partire da oggi 20 gennaio 2005 ABITAT offre la possibilità ai cittadini e ai rappresentanti dei media di consultare in modo veloce e non complicato i valori attuali di polveri fini (ma anche di altre sostanze nocive). Cliccando su www.abitat-lugano.ch potrete infatti accedere ai dati giornalieri e mensili relativi alla qualità dell’aria nel Luganese.
Cosa sono le polveri fini e quale l’impatto sulla salute?
Le principali fonti delle polveri fini in un agglomerato sono: traffico motorizzato e industria/artigianato
Le polveri fini sono dannose per la salute in quanto sono respirabili. La composizione dell'inquinamento da polveri fini può essere variabile: è l'origine delle particelle che determina il miscuglio. Esso può contenere ad esempio solfati, nitrati, metalli pesanti, ammonio, carbonio organico.
L’impatto delle polveri fini sulla salute può essere devastante. Basti pensare che per via delle polveri fini a Lugano si ha una delle quote più alte di bambini con tosse irritativa (secca) durante la notte: 19,9%. A lungo andare questi disturbi possono tradursi in problemi respiratori ben più gravi fino a causare danni a livello cellulare (asma, bronchiti).
Lo Stato e il Comune di Tokyo devono risarcire i danni a sette persone con problemi di salute dovuti ai gas di scarico degli autoveicoli a gasolio. Assolti da ogni responsabilità invece i produttori di automobili. Si è conclusa con questa sentenza la lunga battaglia giudiziaria sollevata da 99 persone residenti nella capitale del Giappone. “Siamo delusi, ci attendevamo la condanna anche dei produttori” ha detto un portavoce dei 99 cittadini, che soffrono di varie malattie, principalmente asma. La corte giapponese ha così riconosciuto il nesso tra le malattie e i gas di scarico di camion e altri autoveicoli con motore diesel.
Un bel panorama lo si gode solo con la pancia piena. È questo il succo di una famosa analisi del comportamento politico, secondo cui i cittadini coltivano valori immateriali - l’emancipazione individuale, la poesia, la protezione dell’ambiente - soltanto là dove le esigenze materiali - la sicurezza, la certezza economica – sono realizzate. O la teoria è sbagliata, o l’ambiente rientra tra le esigenze primarie dei cittadini.
Mai come oggi hanno vacillato le prospettive dei ticinesi di poter salvaguardare un livello di vita dignitoso faticosamente conquistato nel dopoguerra. Eppure, le questioni ambientali sono sempre più sentite. L’iniziativa più recente è quella promossa dal WWF e da altre associazioni ambientaliste, lenzuola alle finestre con il motto “ridateci l’aria”. E il pensiero dello sviluppo sostenibile, nuovo, ma che parte da un'idea antichissima, secondo cui la Terra non è nostra ma ci viene affidata per le prossime generazioni, sta diventando come il prezzemolo.
Talvolta le esigenze ambientali sono in contraddizione con quelle sociali, economiche, della mobilità e ne derivano scelte spinose per la collettività dove le necessità contrapposte vanno mediate. Spesso, invece, l’ambiente può essere tutelato con iniziative a costo zero, ovvero, senza impatti economici o sociali negativi. Ci vuole, però, un cambiamento di mentalità, un’attenzione particolare nelle abitudini quotidiane. Iniziative che partono dal basso, da una sensibilizzazione della popolazione, non dall’alto, da leggi o divieti. Quattro semplici esempi.
È stato osservato che una parte rilevante degli spostamenti in automobile avvengono su brevi distanze. Molti sono evitabili. Davanti alle scuole si possono osservare ogni mattina automobili con una mamma ed un bambino. A Ginevra, ad esempio, è stato istituito un sistema, il “pedibus”, in cui a turno un adulto accompagna, a piedi, diversi bambini a scuola seguendo un determinato percorso per cui ciascuno può accodarsi alla sua “fermata”, proprio come un autobus. Il traffico si riduce, la qualità dell’aria migliora e i bambini si svegliano.
Con piccoli accorgimenti possiamo ridurre in modo rilevante il nostro consumo energetico senza sacrifici. Sul mercato sono reperibili elettrodomestici ad alta efficienza energetica (classe A), ad esempio lampadine, frigoriferi, lavastoviglie. L’uso di una lampadina ad alta efficienza energetica comporta solo un quarto del consumo di una normale lampadina. Ha una durata di circa dieci volte superiore, il maggior prezzo è quindi ampiamente compensato. Oppure, è diffusa l’abitudine di non spegnere completamente il televisore, e altri elettrodomestici, lasciandoli in stand by. Certo, spegnendo completamente un singolo televisore il risparmio energetico è poca cosa, ma moltiplicato per mille ha effetti rilevanti. Milioni di gocce fanno un mare, è la forza di tanti comportamenti individuali.
La carta viene fatta tagliando gli alberi, implica, quindi, una riduzione della superficie forestale ed il bosco è come un polmone, ripulisce l’aria. La carta riciclata, invece, viene realizzata con carta già utilizzata; non comporta, quindi, un nuovo sfruttamento delle foreste. Inoltre, la produzione di carta riciclata necessita di un minore dispendio energetico (petrolio, carbone) rispetto alla carta bianca e costa il 10-15 % in meno. Insomma, non è proprio vero che chi meno inquina, più spende; anzi, i comportamenti più inquinanti si rivelano spesso irrazionali anche da un profilo economico.
I recenti scandali alimentari –la mucca pazza, il vino all’etanolo, l’uso di pesticidi altamente tossici, la diffusione di prodotti geneticamente modificati- hanno spinto i consumatori verso prodotti più sani. Cresce la domanda di cibi biologici, prodotti senza impiego di sostanze chimiche o materiali geneticamente modificati. E si diffonde la preferenza per alimenti locali, che riducono l’impatto ambientale negativo dei trasporti e favoriscono l’agricoltura locale, tassello fondamentale per un equilibrio ecologico regionale. Si sono sviluppati diversi marchi che garantiscono un controllo indipendente di qualità lungo tutta la filiera di produzione degli alimenti, ad esempio Bio Suisse, Migros Bio, Demeter. Ecco un altro caso di “comportamento ecologicamente corretto” che nasce spontaneamente da un’esigenza della popolazione.
Accanto alla tradizionale - e cruciale - funzione negativa dello Stato, volta ad impedire comportamenti ecologicamente dannosi per mezzo di divieti, sanzioni ed imposte disincentivanti, sta emergendo una nuova funzione positiva dell'ente pubblico, orientata verso la promozione di "comportamenti ecologicamente corretti". Tale funzione è espletata in diverse forme: attraverso campagne di informazione e di sensibilizzazione; assumendo gli enti pubblici un ruolo guida o modello per la gestione delle proprie strutture (ad esempio acquistando carta riciclata o prodotti bio per le proprie mense) oppure mettendo a disposizione le necessarie infrastrutture, dai trasporti pubblici alle piste ciclabili, o ancora garantendo la sopravvivenza dell'agricoltura, non solo nel piano, ma anche nelle zone di montagna.
Fabio Guarneri e Giovanni Molo
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