Valore maggiore rilevato per le PM10: 63 μg/m3 (limite 50) il 14 marzo
Giorni superamento limite ozono da inizio anno: 66
Valore maggiore rilevato per l'ozono: 264 μg/m3 (limite 120) il 9 maggio
Numero di giorni in cui si sono superati sia il limite per l'ozono che per le PM10:0
Ecosportello
L’Ecosportello risponde alle vostre domande su temi quali: mobilità sostenibile, ecoprodotti, ecolabel e certificazioni ambientali, agenda 21 ed altre questioni legate allo sviluppo sostenibile.
Nel mese di novembre 2010, il Forum arabo per l'ambiente e lo sviluppo è giunto ad una conclusione preoccupante: a partire dal 2015, gli Stati arabi sofriranno di una grave penuria d'acqua. La popolazione dovrà vivere avendo a disposizione solo 500 m3 d'acqua all'anno per persona, che corrisponde a meno di un decimo rispetto alla media globale. Il settore agricolo subirà pesantemente gli effetti della penuria d'acqua. Si stima infatti una perdita del settore intorno al 20%.
Quest’anno il tema della Giornata mondiale dell’acqua riguarderà le acque che attraversano le frontiere e che ci legano tutti quanti assieme. Al motto "condividere l'acqua - condividere le opportunità" si porrà attenzione alle acque di confine con l’obiettivo di favorire le opportunità di cooperazione tra le diverse nazioni che condividono questa risorsa così preziosa.
La Giornata Mondiale dell’Acqua, che si tiene ogni anno il 22 marzo, vuole sottolineare l’importanza delle acque dolci e incentivarne una gestione sostenibile. Ogni anno, grazie alla Giornata Mondiale dell’acqua viene evidenziato un aspetto particolare inerente il tema delle risorse idriche.
Un terzo delle specie di pesci che popolano il Fiume Giallo, il secondo dei grandi corsi d’acqua dell’intera Cina, è stato dichiarato estinto. Le cause della loro scomparsa sono diverse: sbarramenti di vario genere, pesca non disciplinata e inquinamento.
Le acque dello Huang He (il Fiume Giallo) sono essenziali per la vita di 150 milioni di cinesi e per l’irrigazione del 15% dei terreni agricoli della nazione. Delle 150 specie di pesci che il fiume ospitava fino ad alcuni anni fa, adesso se ne contano a malapena un centinaio.
Il riscaldamento del clima e il forte inquinamento
delle acque interne potrebbe portare un’altra grave conseguenza: la scomparsa del Qinghai, il più grande lago cinese. Nonostante il governo abbia stanziato 870 milioni di dollari per arginare il fenomeno, il bacino è seriamente minacciato e, se continuerà a regredire con il ritmo attuale, scomparirà completamente nel giro di più o meno 200 anni.
Venti litri di acqua pulita al giorno per persona: un obiettivo urgente e raggiungibile ma, secondo l’ultimo rapporto ONU sullo sviluppo umano, ancora lontano. Per raggiungerlo l’ONU chiede l’adozione di un piano d’azione globale coordinato dal G8. Più di un miliardo di persone non ha un accesso regolare ad acqua pulita: i più colpiti sono i bambini, con 1,8 milioni di perdite all’anno solo a causa della diarrea. Secondo il programma delle Nazioni Unite per lo sviluppo i governi dovrebbero aumentare gli aiuti internazionali di circa quattro miliardi di dollari ogni anno e spendere l’1% del PIL per l’acqua e l’igiene. “Può sembrare strano pensare ad un gabinetto come catalizzatore dello sviluppo umano –si legge nel rapporto- ma basta installare in casa un gabinetto con sciacquone per far aumentare di quasi il 60% le chance di un bambino peruviano di superare il primo anno di vita”.
Link: http://www.undp.org/french/
Fonte: “Modus vivendi”, Anno XVI, Numero11 (dicembre 2006)
In occasione della giornata mondiale dell’ambiente del 5 giugno l’ONU ha lanciato l’SOS desertificazione: un terzo della popolazione del pianeta abita terre aride, due miliardi di persone vivono con poca acqua e terreni coltivabili. Un problema che colpisce soprattutto Arabia Saudita, Siria, Pakistan, Cina occidentale, Ciad, Iraq e Niger. Ma che riguarda sempre più paesi europei come l’Italia.
Tratto da: La Nuova ecologia Anno XXVI, n°7 (luglio-agosto 2006)
In Africa l’acqua c’è ma è inquinata. Lo denuncia l’UNEP, che si schiera contro la malagestione di una risorsa così preziosa. Secondo il rapporto presentato a marzo, la sua disponibilità sarebbe sufficiente per tutti. Eppure un miliardo di persone non ha accesso all’acqua potabile e oltre 2 miliardi neanche a quella per usi igienici. La sua qualità continua inoltre a peggiorare. I principali responsabili, per l’agenzia ONU, sono le pratiche di irrigazione, la deforestazione e l’inquinamento delle falde.
Fonte: “La nuova ecologia”, Anno XXVI, Numero 4 (aprile 2006)
In Africa occidentale il lago Chad si è ridotto al 5% della sua grandezza originaria. L’Aral, nell’Asia centrale, si sta trasformando in un deserto, e migliaia sono i laghi scomparsi in Cina. Come denuncia dell’Earth Policy Institute, l’istituto di ricerca statunitense presieduto da Lester Brown, più della metà dei cinque milioni di laghi esistenti sulla Terra rischia di scomparire. “Da oltre 4'000 anni gli agricoltori deviano i fiumi per irrigare, riducendo il flusso dell’acqua che raggiunge laghi e mari – sottolinea l’Earth Policy Institue -. L’umanità però, negli ultimi cinquanta anni, ha triplicato l’utilizzo dell’acqua per l’irrigazione, che è così aumentato ad un ritmo più alto di quello della popolazione. Oggi, infatti, due terzi del consumo globale di acqua è per l’irrgazione”.
Il 15% della acque dolci, pari a 6'500 km cubi, è intrappolato da oltre 45'000 grandi dighe (alte almeno 15 m). Gli sbarramenti causano danni non trascurabili all’ambiente, spiegano i tre ricercatori dell’Università svedese di Umea che, insieme a una collega del Nature Conservancy (USA) hanno stilato la mappa globale dei grandi sistemi fluviali e delle loro barriere artificiali. In Europa oltre il 60% dei fiumi risulta “altamente compromesso”. C’è generalmente una relazione diretta tra numero delle dighe, densità di popolazione e sviluppo economico; un’eccezione è il nord del Canada, dove viene prodotto un esubero di energia idroelettrica per l’esportazione. Lo studio punta a calcolare l’impatto dei cambiamenti climatici sugli ecosistemi fluviali.
Tratto da Modus Vivendi n°6 anno XV, giugno 2005
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