Il vino realizzato con metodi biologici fa bene alla salute di chi lo beve e aiuta l’ambiente, perché inquina la metà di quello prodotto con i metodi classici. Lo rivela uno studio dell’Università di Siena pubblicato sulla rivista Agriculture, Ecosystems and Environment. L’analisi è stata condotta su due aziende produttrici di Sangiovese in Toscana, una biologica e l’altra standard. Il vino biologico, prodotto da vitigni coltivati con fertilizzanti naturali, ha un impatto ambientale dimezzato. L’impronta ecologica per produrre il Sangiovese biologico è risultata di 7,17 metri quadrati contro un’impronta doppia (13,99 metri quadrati) per quello classico. L’impronta ecologica è una misura che consente di conoscere l’incidenza di una certa attività produttiva umana sull’ambiente circostante. Ma se dal vino si estende il ragionamento a tutta l’agricoltura biologica, il risultato non cambia: un campo coltivato ad agricoltura biologica trattiene infatti fino a sei volte la quantità di carbonio per ettaro all’anno in più rispetto ai campi convenzionali. Dal punto di vista del bilancio energetico, un campo “bio” fa risparmiare il 48,7% del consumo. Discorso analogo per le emissioni di CO2 equivalente.
Fonte: Valori, Anno 9 Numero 66, febbraio 2009
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