Non inquina. Non produce rumori. Non occupa spazio. E fa bene alla salute. Sono i principali vantaggi della "mobilità lenta", ossia della "mobilità sostenibile". Che non è un'invenzione ultramoderna. E' semplicemente un concetto nuovo con il quale si vuol valorizzare una pratica antica (spostamenti a piedi) assieme all'impiego della bicicletta.
Gli studi lo dimostrano in maniera inequivocabile. L'inquinamento atmosferico è dovuto in buona parte al traffico motorizzato, soprattutto nei centri urbani. Cio' si ripercuote non solo sulla salute delle persone, ma sulla qualità di vita in generale. Ma il traffico motorizzato causa anche rumori, quindi il cosiddetto "inquinamento fonico". Occupa spazio e provoca situazioni di stress ("Dove posteggio la macchina?"). E' accompagnato da incidenti piu' o meno gravi. In altre parole, produce dei costi supplementari - i cosiddetti "costi esterni" - che sono per lo piu' a carico della collettività. Possiamo farne a meno? Secondo un ampio sondaggio realizzato un paio di anni fa dalla Confederazione ("La mobilité en Suisse 2000", Ufficio federale di statistica ed Ufficio federale dello sviluppo territoriale, 2001), in Svizzera circa un terzo degli spostamenti non supera i 3 km, il 70% delle distanze percorse si situa al di sotto dei 10 km. Su otto viaggi in macchina, almeno uno si conclude entro il raggio di 1 chilometro. Conclusione? Una buona parte dell'inquinamento atmosferico e fonico potrebbe essere letteralmente eliminata promuovendo maggiormente gli spostamenti a piedi ed in bicicletta, i piu' adatti per le distanze brevi. Puntando quindi sulla mobilità lenta e sostenibile.
Nenad Stojanovic