All'interno

 Quale aria respiriamo
a Lugano?
Oggi (visualizza)
Ultimo mese (visualizza)

Giorni superamento limite PM10 da inizio anno: 2

Valore maggiore rilevato per le PM10: 63 μg/m3 (limite 50) il 14 marzo

Giorni superamento limite ozono da inizio anno: 66

Valore maggiore rilevato per l'ozono: 264 μg/m3 (limite 120) il 9 maggio

Numero di giorni in cui si sono superati sia il limite per l'ozono che per le PM10:0

 Ecosportello

L’Ecosportello risponde alle vostre domande su temi quali: mobilità sostenibile, ecoprodotti, ecolabel e certificazioni ambientali, agenda 21 ed altre questioni legate allo sviluppo sostenibile.


  Stampa la pagina corrente   Mostra la posizione di questa pagina nella mappa

La Decrescita sostenibile: storia e idee


La Decrescita sostenibile

Alla luce della recente crisi, vari esperti dell’economia ecologica hanno riproposto il paradigma della Decrescita economica come soluzione possibile alla destrutturazione del sistema capitalista, poco sensibile alle esigenze dell’ambiente e dell’uomo, in particolare di quelle popolazioni che vivono nei cosiddetti paesi “del Sud”.
La Decrescita sostenibile è un paradigma economico di cui si sente ormai parlare da diverso tempo nei media, dalla stampa alle televisioni ed alle riviste specializzate. Ma che cos’è veramente la Decrescita? Quali aspetti positivi e negativi nasconde questo nuovo paradigma economico?

Con la parola decrescita ci si riferisce a quella teoria economica che gli studiosi indicano usualmente con il termine bioeconomia, scienza economica creata da Nicholas Georgescu Roegen.
La cosiddetta Bioeconomia è stata il tema principale di una prima conferenza mondiale tenutasi a Roma nel 1991. Aldilà della descrizione e della comprensione del processo economico dello sviluppo, la questione centrale posta dalla Bioeconomia è l’emergenza di una nuova visione dei rapporti tra l’insieme degli esseri viventi, di cui noi facciamo parte (dotati della padronanza della scienza e della tecnica) e la Biosfera che ci ospita.

La crisi ecologica planetaria, preannunciata più di vent’anni fa, si sta facendo sentire sempre di più in tutti i settori della nostra civiltà industriale. Ciò che è necessario tenere presente è che questa crisi non è soltanto dovuta all’inquinamento delle acque, del suolo e dell’aria e alla degradazione ambientale!
L’economia se considerata dal suo lato biofisico, cioè nel contesto del suo processo di produzione, di distribuzione e di eliminazione delle risorse naturali, non é esclusa da questa crisi globale. Il processo economico collega il metabolismo industriale della società umana ai cicli biologici, geologici e chimici del nostro pianeta. L’evoluzione delle scienze della natura (da Carnot e Darwin, quindi dall’elaborazione delle leggi della termodinamica e della teoria dell’evoluzionismo) non permette più di separare l’essere vivente dal suo ambiente terrestre. Si tratta difatti di una coevoluzione: l’evoluzione biologica è in interazione reciproca con i cambiamenti dell’ambiente planetario.

Si riscopre così l’unità del vasto e dinamico sistema ecologico in cui viviamo, e questo lo si deve agli studi del russo Vladimir Vernadsky (1863-1945) sulla Biosfera, che noi conosciamo maggiormente con il nome di Gaïa (Lovelock).
Lo sviluppo economico internazionale, accelerato dall’espansione demografica umana e l’evoluzione delle tecniche, è nel cuore di questa crisi che attraversa attualmente l’evoluzione della Biosfera del pianeta Terra. I segnali della crisi ecologica sono già ben visibili al giorno d’oggi ed alcuni sussistono da diversi decenni (l’Africa e il Sud-Est Asiatico sono i più colpiti). Ciò malgrado l’occidentalizzazione e la militarizzazione del nostro pianeta oscurano ancora gli effetti perversi del modello industriale di cui ci serviamo giornalmente per vivere.

La dinamica dell’Europa classica, le cui radici sono medievali, senza dimenticare l’alleanza tra la ragione di Stato (la guerra) e lo stato della ragione sul modello occidentale, è la fonte principale dei miti economici. Questi stessi miti danno l’illusione che la tecnica sia in grado di ricondurre ogni fenomeno al suo stato primordiale, ciò che non è assolutamente vero e contraddice il secondo principio della termodinamica, cioè la legge dell’entropia (“disordine”).

La scienza economica è inseparabile dalla storia del razionalismo occidentale, tanto che si è sempre presentata come un’estensione della meccanica razionale, o più semplicemente come un’applicazione sociale della meccanica celeste. L’economia, lo vediamo da decenni ormai, è diventata una disciplina accademica sempre più astratta e « scientifica » la cui razionalità, grazie a una logica dell’equilibrio e a una concezione circolare e isolata del processo economico, è di ispirazione esplicitamente newtoniana.

La scienza economica “usuale” è quindi pre-termodinamica, pre-evolutiva e pre-ecologica.
Perché pre-termodinamica? L’economia classica è un modello in cui l’entropia non trova spazio, la crescita esponenziale ne è la condizione principale, è irreversibile, è illimitata nel tempo, è priva di complessità (cioè non comunica con le altre discipline sociali), da ultimo è concepita come priva di distruzione per cui esclude al suo interno anche qualsiasi processo creativo, evolutivo e di cambiamento! Da dove proviene questo anacronismo e questa mancanza di comprendere il vero significato di « sviluppo » e di « ambiente » (questo quesito è stato posto nel rapporto Brundtland nel 1987 e durante la Conferenza delle Nazioni Unite a Rio nel giugno del 1992) ?

Da decenni la società si ritrova a cercare una risposta a questa domanda dal momento che la Terra e l’Umanità vanno considerate secondo una visione ecologica globale che concepisce la storia umana e il suo sviluppo come inscindibile dalla Biosfera. Le proposte per dare un nuovo approccio all’economia (e alla tecnologia), tenendo conto delle leggi della circolazione e della trasformazione dell’energia e della materia sulla superficie della Terra, sono state numerose nel XIX e XX secolo, quando la rivoluzione della termodinamica con la scoperta dei suoi primi due principi, sull’energia e sull’entropia, ha condotto gli studiosi a proclamare il fallimento del dogma meccanicista pre-termodinamico.

L’incomprensione storica delle leggi della termodinamica da parte degli economisti (e non furono i soli), inconsapevoli dell’importanza della fisica (in particolare della rivoluzione carnotiana) per lo sviluppo economico, è stato un errore gigantesco di fondo di cui oggi conosciamo e viviamo in prima persona le conseguenze.



All'interno

La Conferenza di Abitat sulla Decrescita sostenibile
La Conferenza sulla Decrescita organizzata da Abitat nel 2009

Decrescita sostenibile, ovvero bioeconomia
Definizione e breve storia del pensiero della decrescita

Decrescita sostenibile, Rolf Steppacher
Profilo di Rolf Steppacher, relatore alla conferenza sulla decrescita del 7 novembre 2009, a Lugano

Decrescita sostenibile, Jacques Marie Léon Grinevald
Profilo di Jacques Marie Léon Grinevald, relatore alla conferenza sulla decrescita del 7 novembre 2009, a Lugano

Decrescita sostenibile: materiali
Materiali e documentazione sulla decrescita

Decrescita sostenibile: webografia
Siti web d'interesse sulla decrescita




Dossier a cura di Sabrina Caneva e Rosario Mastrosimone

 
 L'Alleanza
Abitat fa parte della Alleanza Territorio e Biodiversità


 Documentazione
Consulta la documentazione di Abitat, con le relazioni presentate alle nostre conferenze, il materiale del progetto PAS sugli Acquisti Pubblici Sostenibili e molto altro ancora.


 I Filmati

ABITAT vi propone una sezione dedicata ai filmati.
Vi troverete una lista di video su temi attinenti allo sviluppo sostenibile.


 Cerca

Web Design by PointNet